Quel posto in squadra che salva il politico inquisito

Un posto in giunta a Milano può valere in alcuni casi la salvezza a Genova, passando per Strasburgo. Così almeno si può leggere la candidatura, avanzata dal Pd, di Frandesca Balzani per l’assessorato al Bilancio o all’Urbanistica. La Balzani ha tutte le carte in regola per entrare a far parte della giunta: è competente, è una donna (il 50% delle poltrone sarà rosa, ha garantito il neosindaco) ed è giovane. Alle spalle l’assessorato al Bilancio nella giunta Vincenzi a Genova poi candidata nel 2009 al Parlamento Europeo. Apprezzata a Strasburgo, è la prima italiana chiamata al ruolo di relatore generale al Bilancio europeo.
Unico requisito per potere sedere a Palazzo Marino - questo vale per tutti - le dimissioni da altri incarichi politici. Andando da Genova a Milano, lascerebbe libero per un altro genovese - il primo dei non eletti della lista del Pd nella circoscrizione Italia Nord Occidentale, Franco Bonanini - lo scranno a Strasburgo e i privilegi connessi alla carica, in primis l’immunità parlamentare. E Bonanini dell’immunità ne ha grande bisogno. Secondo quanto racconta Gianni Barbacetto sul Fatto Quotidiano Bonanini, finito in carcere nel settembre 2010 per l’inchiesta «Mani unte» (truffa ai danni dello stato) è accusato di calunnia (l’udienza preliminare inizierà a fine giugno). Bonanini, sindaco di Riomaggiore e responsabile della promozione turistica della Liguria, è dal 1999, anno della sua costituzione, presidente del Parco delle Cinque Terre. Da presidente Bonanini avrebbe intascato soldi pubblici per interventi mai fatti, accusa che l’ha portato in carcere lo scorso settembre. Lui si è difeso sostenendo che se ci sono state irregolarità nella gestione sono state fatte per il bene del parco. Parco che avrebbe difeso però dalla speculazione edilizia guadagnandosi l’appellativo di «Faraone».
Da Faraone a «Corvo delle Cinque terre» la sua parabola giudiziaria. A fine giugno si terrà l’udienza preliminare per l’altro capo di accusa: calunnia. Secondo l’accusa Bonanini sarebbe l’autore di alcune lettere anonime, redatte di notte dentro il municipio di Riomaggiore e inviate a giornali e giudici, che gettavano fango su un ispettore della polizia provinciale che si era occupato «troppo» della finanza allegra di Bonanini. Se la Balzani accettasse l’incarico all’ombra della Madonnina ad attendere il «Corvo» a Strasburgo ci sarebbe l’immunità.
Ma a sparigliare le caselle del sudoku dei furbetti del partito l’eventuale sì di Bruno Tabacci alla proposta di Pisapia di ricoprire l’incarico di responsabile delle casse di Palazzo, occupando di fatto la poltrona pensata per la Balzani.

E la notizia pubblicata sul Fatto, avrebbe fatto sobbalzare sulla sedia il segretario del Pd Pier Luigi Bersani che ieri durante il vertice di coalizione avrebbe posto il veto all’avvocato genovese. Nell’ambiente circola il sospetto che lo staff di Pisapia abbia accolto non certo con rabbia la la notizia filtrata al quotidiano di Padellaro. Un problema in meno nella costruzione della giunta, almeno per ora.

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