Ci trovavamo a Benevento io e Nicola Pietrangeli quando, cattiva come un schiaffo, è arrivata la notizia della morte di Federico Luzzi. Era la prima volta che Nicola mi accompagnava a Benevento, città generosa, dove ho tanti amici che mi aiutano nella battaglia contro il cancro. Da 35 anni mi batto per portare fondi alla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori di Milano, da quando nel 1973 riuscii a salvarmi da un male che impietoso continua a colpire. Lo stesso male che qualche anno fa ha aggredito anche Pietrangeli.
E, da allora il mio compagno di misto di un tempo si è trasformato in un grande compagno di battaglia. Di conseguenza, quello che per me era sempre stato un sogno, si è trasformato in una bella realtà. Si chiama: «Il tennis per la vita» ed è una Associazione che ha come finalità quella do creare una casa di accoglienza a Milano destinata ai bambini che devono sottoporsi alle cure di chemioterapia.
Grazie alla generosità di tanta gente oggi abbiamo degli appartamenti dove i piccoli malati vengono ospitati gratuitamente assieme alle loro mamme. L'idea è nata a Benevento tra amici come: Antonio Ricci, Antonio Cusano, Mario Collarile, Luigi Ionico. Lo sponsor che ci ha sempre assistito, con il marchio Hogan, è Diego della Valle. Poi, nel 2006 Stefano Sammarini e Cristina Gnocchini hanno convinto i tennisti italiani a posare per un calendario i cui proventi ci sono stati devoluti. Mentre i giovani campioni si divertivano a farsi immortalare nelle pose più strane io chiesi di fare una pausa per ringraziarli ma soprattutto per spiegare le mie idee: «Non esiste niente di più ingiusto al mondo di un bambino malato - dissi - e il mio progetto è quello di aiutarli!». Mi ascoltarono con attenzione e dalla luce che vidi nei loro occhi capii che idealmente li avevo arruolati.
Anche Federico Luzzi, il bel tenebroso, sorrise ignaro del proprio destino.
Quel giorno aveva contribuito a una causa che si batteva contro una malattia che lo avrebbe strappato alla vita a soli 28 anni. «E' una grande mascalzonata!». Così ha definito la sua morte Pietrangeli e il commento è stato riportato da tutti i giornali. Oggi alle 15.30 ad Arezzo si celebrano i funerali. L'Italia del tennis è in lutto. I suo compagni sono a pezzi ma la vita deve andare avanti. L'immagine che mi rimane di Federico è quella di un ragazzo sano e forte, con gli occhi che sorridono.
Lo ricordo dopo una sua prima grande vittoria al Foro Italico. Aveva appena finito di giocare e ci raggiunse al Villaggio Vip. Indossava le scarpe da tennis, un paio di bermuda a fiori, una t-shirt. Aveva un cordoncino stretto attorno al collo e gli occhiali neri appoggiati sulla fronte. I capelli ancora bagnati e una miriade di ragazzine che lo guardavano con occhi sognanti.
Aveva stampa, fotografi, tifosi, dalla sua parte. Gli stessi che oggi, ricordandolo, sono incapaci di trattenere le lacrime.