di Valeria Braghieri
Circa un anno fa un nostro amico ci disse che ogni volta che la vedeva gli veniva l'acquolina in bocca. Lo disse con un tono e con un gesto della mano grazie ai quali fu chiaro che più che le leccornie preparate con disinvoltura, piú di quei piatti provocanti, assemblati con stile sulla tavola, a fargli venire l'acquolina in bocca era proprio la cuoca che li preparava. Gustosa come nessuna delle sue pietanze: morbida ma croccante, domestica ma inarrivabile.
Qualche tempo dopo abbiamo visto il peccato di gola del nostro amico afferrata per il collo dal marito (ormai ex marito) il filantropo ed ex pubblicitario Charles Saatchi, in una foto pubblicata dai giornali di mezzo mondo. Forse era perfino un po' sollevata da terra mentre afferrava la mano del suo aggressore nel tentativo di divincolarsi. Era struccata e sprovvista di pentole quel giorno, Nigella Lawson. Proprio il giorno in cui iniziava la sua notorietá più grande e scandalosamente involontaria. Proprio il giorno in cui il tempo si é schierato netto tra «prima» e «dopo». Non importa quanti soufflè e alici ripiene e Caesar salad e ore di dirette tv tra i vapori della cucina miracolosamente innocui per la sua chioma mora e perennemente intatta, Nigella non tornerà più indietro dalla storia per il resto. Per il fatto che la sexy signora dei fornelli non è di quelle che si concedono un piacere alla volta, che li centellina senza sovrapporli. Il suo manesco marito ha scoperchiato la pentola e assieme allo stufato ipercalorico ha tirato fuori un casino: i casini della moglie. Cocaina, assistenti maltrattate, spese folli, tra le quali spiccano 25mila sterline per i fiori di casa e 2.240 sterline per le lenzuola di Ralph Lauren.
Fatto sta che quello stesso uomo l'ha consegnata alla storia. Nel peggiore del modi. E oggi Nigella è senza il tempo accaduto prima. Le tocca iniziare da se stessa.
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