Il nostro Paese riserba sempre sorprese. Ventanni di studio, in archivi, musei italiani e stranieri, collezioni private, ed ecco riaffiorare lOttocento umbro. Unarte di sorprendente qualità, come testimoniano le oltre trecento opere, tra dipinti, sculture e arredi, esposte in ben sei sedi di città umbre (Foligno, Perugia, Orvieto, Terni, Spoleto, Città di Castello, sino al 7 gennaio, catalogo Silvana Editoriale). Lampia rassegna, dal titolo «Arte in Umbria nellOttocento», è promossa tra gli altri dalla Consulta delle Fondazioni delle Casse di Risparmio Umbre e dallUniversità di Perugia.
I curatori hanno scelto di articolarla in diversi luoghi, perché lUmbria è una regione-città, con brevi distanze tra i vari centri, distinti tuttavia da caratteristiche precise. Lintento è offrire un panorama ricco e preciso su ciò che accadde in quella terra, soggetta nellOttocento allo Stato della Chiesa e poi indipendente. Cerano personalità o gruppi artistici emergenti? Erano collegati ai fatti italiani ed europei? La mostra dà molte risposte, presentando il quadro dettagliato di una regione fertile anche in questo senso, grazie alle sue bellezze naturali e alla sua posizione geografica tra Firenze e Roma. LUmbria era infatti una tappa del Grand Tour, che nellOttocento portava viaggiatori e artisti nelle più importanti città italiane. Vi arrivavano i pittori nazareni, che avevano come meta Assisi, puristi e romantici attratti dai luoghi intatti e selvaggi. Presenze che stimolavano e influenzavano la produzione locale, che mantiene tuttavia un suo carattere pacato e poetico, legato al suo celebre Quattrocento.
Quattro sezioni della mostra sono dedicate alla pittura (Foligno, Perugia, Orvieto, Terni), una alla scultura (Spoleto) e unaltra alle arti decorative (Città di Castello). Al Museo di Palazzo Trinci di Foligno sono di scena dipinti e disegni «dal Neoclassicismo alla Restaurazione», di soggetto sacro e profano; a Palazzo Baldeschi al Corso a Perugia «puristi, nazareni e romantici», affermatisi precocemente grazie alla presenza a Perugia, tra il 1819 e il 1822, di Tommaso Minardi e di artisti tedeschi; a Palazzo Coelli di Orvieto i «romantici sino allUnità dItalia» e a Palazzo Montani Leoni di Terni, i «realisti e art nouveau».
La scultura è esposta nelledificio trecentesco già Museo Civico di Spoleto: sei nuclei tematici di opere in gran parte inedite, che illustrano levoluzione del linguaggio umbro dai tempi di Canova ai primi del Novecento. Mentre a Palazzo Vitelli di Città di Castello è presentata la ricostruzione di ambienti ottocenteschi, attraverso una nutrita selezione di arredi e suppellettili.
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