Caro Lussana, in data 14/04/11, poco dopo luna, transitavo in auto in via Tolemaide verso ponente per assistere, purtroppo, ad un funerale. Poco dopo lincrocio in corso Torino mi accosto al marciapiede di destra - interessando così la corsia riservata - per far salire due coniugi di cui lui con qualche problema di deambulazione (questo avviene davanti al civ. 54 r., una delle tante botteghe di carrozzai, fabbri, ecc. sottostanti la strada ferrata, proprio nel punto in cui è previsto un accesso per le auto e comunque in prossimità di esso). Quindi riprendo subito la marcia nella corsia ordinaria. Qualche giorno fa mi viene notificata dal Comune di Genova una multa di euro 86 «per aver circolato nelle corsie riservate».
Ora non pretendo naturalmente che il Comune si faccia carico delle mie cose private. Ma qualcosa non mi quadra.
Gradirei quindi che qualche responsabile comunale mi illuminasse rispondendo alle seguenti domande.
1. Dovendo accedere in auto alla suddetta bottega (attraversando quindi la corsia riservata) si è automaticamente soggetti a multa?
2. È coniugabile il verbo «circolare» in un caso come quello suddetto? Non è più appropriato parlare di «occupazione» di corsia riservata per il tempo materialmente occorrente - 60 secondi circa - per raccogliere due passeggeri dal marciapiede?
3. E se sì mi si può accusare, come si fa nella notifica, di «violazione del codice della strada per circolazione nelle corsie riservate?».
4. Anche ammesso che infrazione ci sia stata, è accettabile venire multati di ben euro 86 per un minuto di ingombro della corsia riservata?
5.
Mi domando se tutto questo abbia un senso.
Capisco che ci si debba riferire alle apparecchiature meccanizzate che presiedono alle rilevazioni in materia. Ma fino ad un certo punto: non vorrei che fossi arrivati a meccanizzare anche le nostre menti.
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