È piaciuta a molti la proposta di dialogo fatta dal sindaco Moratti allopposizione. Tanto che perfino alcuni «grandi giornali», apertamente ostili al centrodestra, lhanno ripresa con grande enfasi, sottolineando con compiacimento anche latteggiamento collaborativo col presidente della Provincia Penati e col sindaco di Roma Veltroni. Pare invece che queste aperture del nuovo sindaco siano fra le cause dei malumori manifestati dalla maggioranza e da Forza Italia in particolare, durante la seduta del Consiglio comunale di venerdì scorso, che ha eletto suo presidente Manfredi Palmeri solo alla quarta votazione. Molti notano che il centrosinistra accetta il dialogo quando è in netta minoranza (a Milano) e lo respinge se è in risicatissima maggioranza (a Roma), chiedendo nel primo caso presidenze e garanzie che rifiuta di concedere nel secondo. Comunque ai «grandi giornali» e a certi salotti la disponibilità della Moratti è piaciuta. Tanto che, se non riuscirà a blandire lopposizione, forse potrà ottenere una iniziale indulgenza da parte di certa stampa. Indulgenza strumentale, però. Per aprire varchi nel centrodestra.
Qualcosa del genere, infatti, è successo anche ad Albertini. Durante il suo primo mandato, dal 1997 a 2001, certe sue manifestazioni di autonomia, lamicizia di personaggi come Montanelli, il procuratore Borrelli e il cardinale Martini, un certo suo frainteso «giustizialismo» e perfino certi comportamenti stravaganti illusero qualcuno che Albertini potesse essere usato come grimaldello per scardinare il centrodestra a Milano, nella sua culla. Si parlò perfino di una «lista civica Albertini» per il 2001.
Ecco, tenga conto, sindaco Moratti, di questa esperienza. Non si compiaccia troppo di certi ammiccamenti e benevolenze. Sono atteggiamenti strumentali.
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