Si fa, ma si dice solo un po. Sì, è difficile trattenersi e restare fedeli alla linea dell’equidistanza, quella del «né col centrodestra né col centrosinistra ». Umori e auspici vengono fuori al naturale. È quello che è capitato a molti delegati all’assemblea nazionale di Futuro e Libertà, che si è riunita a Roma per ratificare la linea scelta dai vertici del partito finiano: nessun apparentamento, e nessuna indicazione di voto in vista dei ballottaggi. È successo anche a Manfredi Palmeri, il candidato sindaco di Milano per la coalizione Nuovo polo-Udc. Palmeri ha raccolto il 5,5 per cento dei consensi, e si è detto contento dei risultati. Non solo per la sua performance, definita addirittura «un piccolo miracolo ». Palmeri ha mostrato grande soddisfazione anche per l’esito generale del voto, e per il vantaggio del candidato della sinistra, Giuliano Pisapia: se mi avessero chiesto se preferivo il 10 per cento nel contesto di un quadro politico statico o il 6 per cento con risultati che innescano un meccanismo a catena che investe anche altri - ha ammesso Palmeri - avrei detto che preferivo senz’altro questo. Insomma, il candidato del Fli ha ammesso di essere soddisfatto della vittoria (parziale) della sinistra, al primo turno. E, anzi, ha ribadito di preferirla senz’altro, in via di ipotesi, alla sua stessa affermazione, pur ripetendo poi, in modo piuttosto protocollare, la dichiarazione per cui «sostenere Pisapia sarebbe negare il fatto che siamo alternativi alla sinistra». «Io voglio fare opposizione a Pisapia », ha scandito, prima di ribadire «non faremo trattative » e «non incontrerò nessuno dei due». Anche il coordinatore lombardo di Fli, Giuseppe Valditara, eletto al Senato con il Pdl, ha sostanzialmente ammesso di puntare politicamente (seppur non elettoralmente) sulla vittoria della sinistra, perché «c’è la possibilità di una nuova fase che auspichiamo », anche in relazione ai rapporti fra Pdl e Lega. Per il resto il «parlamentino » di Fli, con un centinaio di delegati presenti sui 300 totali, ha approvato all’unanimità la linea di Fini, illustrata dal capogruppo Italo Bocchino, con tre astenuti.
Ma in realtà non hanno partecipato attivamente coloro che, a partire dall’ex ministro Andrea Ronchi e dall’ex viceministro Adolfo Urso, mal sopportano lo scivolamento del partito su posizioni anti-berlusconiane e anti-centrodestra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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