Quell'Irlanda dilaniata vista dagli occhi di una bambina

Quello che si apre come un ingenuo romanzo di formazione, narrato eminentemente dal punto di vista di Amelia bambina, si dipana nel corso degli anni come una sorta di ossessivo conto alla rovescia

Quell'Irlanda dilaniata vista dagli occhi di una bambina
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C'è sempre un momento in cui qualcosa ha inizio. Quell'istante non è necessariamente uguale per tutti. Per Amelia e le sue amiche di infanzia, l'avvio dei Troubles, la guerra civile che per trent'anni ha insanguinato l'Irlanda del Nord Paese in cui abitare su un lato della strada rispetto a quello opposto può essere questione di vita o di morte è quando una compagna di giochi le comunica la notizia con nonchalance.

Ma è solo l'inizio. La fine degli anni Sessanta porta un clima fecondo per rimestare odi mai sopiti, lotte quasi ancestrali tra irlandesi e colonizzatori britannici. E Belfast è il cuore del nascente conflitto. Sono proprio i militari di quell'Inghilterra a cui si imputa la condizione di insopportabile subalternità della comunità cattolica dell'Ulster a essere chiamati a far da paciere alla violenta contrapposizione tra protestanti lealisti e cattolici repubblicani: inizialmente accolti a tarallucci e vino o meglio, con tè e biscotti vivranno una luna di miele di breve durata. Quando le prime pallottole vaganti uccidono qualche innocente e i soldati di pattuglia sui blindati chiudono un occhio, talvolta entrambi, di fronte agli attacchi lealisti a quartieri cattolici, con veri e propri pogrom ai loro danni e incendi appiccati alle loro abitazioni, tutto cambia. Amelia (Keller Editore, traduzione di Elvira Grassi, pagg 360, euro 19), è il commovente e avvincente romanzo attraverso cui di Anna Burns ricostruisce magistralmente quegli anni. A raccontare la progressione del conflitto, una sorta di cancro inarrestabile, anno dopo anno a partire da quel fatidico giorno del 1969, è Amelia, una bambina di una famiglia cattolica rissosa, con un cugino militare inglese distaccato a Belfast che sarà tra le prime vittime britanniche di un conflitto che non guarda in faccia nessuno.

Gambizzazioni, scioperi della fame, bombe molotov, attentati dinamitardi, omicidi settari, corruzione, informatori, doppiogiochisti, servizi segreti. Ma anche delinquenza minorile, alcolismo, droghe, aborti, famiglie disfunzionali, anoressia, amori, blasfemia, sesso... C'è davvero tutto in questa storia.

Quello che si apre come un ingenuo romanzo di formazione, narrato eminentemente dal punto di vista

di Amelia bambina, si dipana nel corso degli anni come una sorta di ossessivo conto alla rovescia, una storia di triviale e al tempo stesso straordinaria sofferenza che nemmeno le ingenuità di una ragazzina possono lenire.

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