Emanuela Fontana
da Roma
La parola tabù è tornata alla ribalta anche al Botteghino. Si può parlare di nuovo di Unipol dopo la scalata che portò alle dimissioni dellex presidente Giovanni Consorte e le intercettazioini di questultimo al telefono con Piero Fassino. Cedendo tutte le sue azioni in Bnl alla banca francese Paribas, la compagnia assicuratrice ritrova l'apprezzamento del centrosinistra. Anche Piero Fassino parla delloperazione e difende anzi il progetto della scalata su cui sta indagando la magistratura e su cui ultimamente non si soffermava molto volentieri: «Il progetto di fare unalleanza banca-assicurazioni era legittimo e corretto - ha dichiarato a Radio Popolare il segretario ds -. Si stanno aprendo sportelli bancari delle Generali, idem delle Ras Bank: i settori si integrano. Il progetto Unipol insomma non era avventato. Poi quel progetto si è caratterizzato con vicende opinabili». Per Fassino ormai è tutto acqua passata, non esistono ripercussioni della vicenda che aveva imposto i vertici ds a una riunione urgente della segreteria e che aveva sommerso lUnità di lettere indignate: «No, nessuno strascico - ha risposto Fassino -. Tutta la nostra gente ha capito quanto le polemiche fossero strumentali per attaccare i ds». Ds gratificati dal rapporto Moodys di venerdì sul rating, che confermando il livello di affidabilità generale dellItalia, ha scritto che sarebbe preferibile il governo di Romano Prodi per avere maggiori riforme in Italia.
Ieri sul sito della Quercia la M di Moodys era stata collocata proprio al centro della home page con il titolo: «Moodys sceglie il programma del centrosinistra», e un commento dellex ministro della Funzione pubblica Franco Bassanini che applaude anche alloperazione Paribas: «Certo occorrerà vedere nel dettaglio il piano dei francesi - premette Bassanini - ma se, come assicurano, la testa di Bnl continuerà a rimanere a Roma, allora non dovrebbero esserci motivi di preoccupazione». Con questa operazione Unipol esce bene dalla gestione Consorte, e «ha ora tutte le carte in regola per pensare ad altre operazioni che le permetteranno di crescere». Per il segretario della Cgil Guglielmo Epifani è una mossa «intelligente e opportuna».
È invece proprio il piano di vendita a Paribas «la prova del nove che loperazione Unipol era completamente sbagliata», sottolinea il viceministro delle Attività produttive Adolfo Urso. E comunque «resta in piedi la vicenda giudiziaria». Vendendo allestero il patrimonio di Unipol «abbiamo fatto un bel capolavoro - commenta ironico il ministro del Welfare Bobo Maroni, condividendo il pensiero dellintera maggioranza -: abbiamo venduto agli stranieri e abbiamo fatto arricchire qualche azionista, come Unipol, che dalloperazione incasserà una bella plusvalenza».
Neanche Fausto Bertinotti sembra molto convinto: «È troppo presto per giudicare lofferta di Bnp Paribas per Bnl. Bisogna attendere le proposte di politica industriale. Non basta conoscere chi ha fatto la proposta, bisogna conoscerne gli elementi».
La vendita delle azioni Unipol in Bnl a Paribas è un brutto segnale, avverte il vicecoordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto: «Vediamo che lestablishment tradizionale è debole e lItalia corre un rischio di colonizzazione perché Antonveneta è in mano agli olandesi e Bnl viene conquistata dai francesi». È un segnale infelice «perché è la dimostrazione di una debolezza del sistema Italia», e perché manca «lalternativa»: «Poteva essere rappresentata dai furbetti del quartierino più finanza rossa ma abbiamo visto che non funziona».
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