«Questa denuncia è un segnale Sono episodi da non tollerare»

Il rettore: «Non faremo restrizioni all’ingresso, l’edificio è aperto a tutti»

«La situazione andava presa di petto». Parole decise di Enrico Decleva, Rettore dell’Università Statale di Milano.
Professore, da quanto tempo eravate a conoscenza dei «fatti della Ghiacciaia»?
«Da molti mesi sapevamo che la situazione stava degenerando. È sconcertante che all’interno dell’Università si possa creare uno spazio pubblico per lo spaccio».
Così sconcertante da indurvi ad agire.
«Abbiamo avuto molte segnalazioni da studenti e docenti. L’intervento è stato deciso a tutela dell’Università. La mia preoccupazione era che la cosa venisse fuori, creando imbarazzo all’Ateneo».
La classica goccia che fa traboccare il vaso.
«Erano circostanze evidenti e note da tempo, ma il punto è che chiunque passasse nel cortile della Ghiacciaia poteva rendersi conto di quello che stava accadendo».
Cosa cambia da oggi?
«Cambia che il nostro è stato un segnale per dire che l’Università non tollera e non tollererà in futuro il ripetersi di situazioni del genere».
Avete deciso sanzioni nei confronti dello studente arrestato?
«Non so che tipo di provvedimenti saranno presi, e comunque dovranno essere decisi dagli organi accademici competenti. Qualcosa, però, dovremo fare. Un comportamento illegale non è accettato dallo statuto dell’Università».


Resta il fatto che controllare Festa del Perdono non è semplice.
«Restrizioni all’ingresso non sono praticabili da un punto di vista organizzativo e contrarie ad ogni logica. L’Università è un edificio storico che deve essere aperto a tutti».

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