in questa macchinetta

Fino al 23 ottobre del 2001 la Apple Computer era un’azienda nota per una tecnologia d’avanguardia. Quel giorno presenta con sobrietà il suo primo prodotto non pc: dall’11 settembre è passato solo un mese, e non pare il momento più propizio per annunci effervescenti. Ma il misterioso aggeggio dal design indiscutibilmente sofisticato, le dimensioni di un cellulare e accompagnato dalla promessa di contenere migliaia di brani musicali, dimostra che l’idea vincente supera ogni ostacolo ambientale e qualsiasi più ottimistica previsione. In sei anni nel mondo sono stati venduti oltre 100 milioni di iPod, il titolo è cresciuto del 700 per cento, la Apple detiene una quota del 75 per cento del mercato dei lettori digitali di musica, e il negozio di brani online iTunes ha venduto più di un miliardo di canzoni a 99 centesimi l’una, vale a dire l’85 per cento di tutti i download musicali legali. L’avventura di un prodotto fortunatissimo viene raccontata da Steven Levy in Semplicemente perfetto. La storia di un'idea geniale (Sperling & Kupfer, 305 pagine, 18 euro). Tutto inizia alla fine degli anni novanta, all’epoca dei primi limitati riproduttori di musica, destinati a diventare presto obsoleti. Ma soprattutto parte grazie all’intenzione di sviluppare la library musicale online iTunes, ancora priva di uno strumento efficace perché chi scarica musica dal web possa riascoltarla in buona qualità. Il progetto iPod prende corpo in pochi mesi, col gran capo carismatico Steve Jobs a dirigere il lavoro di squadra delle menti più brillanti di Silicon Valley.
L’immagine di Gates, poco abituato a sorprendersi, che davanti a uno dei primi esemplari lo restituisce a Levy dicendo «pare un prodotto grandioso», vale da sola l’ammirazione generale. Dopo il lancio Jobs realizza un negozio virtuale di musica così semplice da usare e ricco in assortimento che la gente sia disposta a pagare un prezzo ragionevole per comprare la musica che altrove trova gratis.
Nasce iTunes, ed è un successo clamoroso. È innegabile che il processo rivoluzionario dello spostamento del consumo musicale sul web fosse partito, ma Apple dà il via all’accelerazione. E l’oggetto più cool che esista diviene il simbolo dell’era digitale e della «Generazione iPod». Scopriamo che il fruitore medio non avrebbe bisogno di archiviare più di un minimo di 500 e un massimo di 900 canzoni, così alla Apple hanno concluso che lo standard comune è di 1000 brani.
Ci riconosciamo nel fatto che iPod sia rapidamente diventato una scheda di presentazione della personalità. Con iPod creiamo una library portatile ben assortita che possiamo mostrare agli altri e scambiarci, mettendoci a nudo come se qualcuno potesse aprire il nostro diario. Nel momento in cui l'esplosione di utilizzo ha trasformato il prodotto in oggetto di massa, hanno iniziato a servirsene per il self marketing politici e celebrità.

Leggiamo che sulla playlist di George Bush la stampa Usa si è sbizzarrita, svelando quello che in molti volevano veder confermato: scelte musicali popolari e un po’ scontate.
In puro stile Apple, Levy non azzarda pronostici sulle meraviglie che attendono iPod, quando il podcasting, permettendo di gestire i contenuti di radio e tv, diventerà di uso comune per tutti.

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