La goccia scava la pietra, dicevano i latini. Ed è con lelogio di un perseverante stillicidio che Roberto Formigoni si presenta ai giornalisti per contestare ancora una volta i modi della manovra. Gutta cavat lapidem, ripete il presidente della Lombardia, «Regione virtuosa» e per questo secondo lui ancora più ingiustamente colpita dai tagli lineari proposti dal governo. «Cè una particolare cattiveria con la Regione Lombardia. Non abbiamo più auto blu da eliminare, sprechi o diseconomie da recuperare, perché queste cose le abbiamo già fatte» ricorda Formigoni.
A questo punto i margini di intervento non sono più molti: «Se la situazione non cambia, è probabile una nuova stretta sui trasporti». Annuncio ancora più pesante e doloroso perché arriva pochi mesi dopo gli ultimi aumenti del Trasporto pubblico locale, che hanno fatto impennare del 20 per cento i prezzi degli spostamenti. Commenta il governatore: «Non cè peggiore ingiustizia che trattare tutti allo stesso modo: i virtuosi e i viziosi».
Formigoni si presenta nella sala conferenze del nuovo palazzo della Regione con i numeri del salasso. Il bilancio della Regione (al netto della sanità) era di 4 miliardi e 550 milioni prima della manovra 2010. Da quel momento sono arrivate le manovre del luglio 2010, luglio 2011 e agosto 2011. Adesso la possibilità di spesa per la Lombardia si attesterà intorno ai 3 miliardi e 300 milioni.
Una cura dimagrante di un miliardo e 250 milioni. Per limitare i conteggi allultimo anno (con manovra 2011 e aggiustamento agostano) la riduzione nel 2012 sul 2011 è di 550 milioni di euro in meno. In conclusione: se la manovra del governo rimanesse invariata, la Lombardia perderebbe 550 milioni di euro di possibilità di spesa che, sommati ai 700 della precedente manovra, portano a 1,25 miliardi in meno rispetto al 2010.
Gli impegni presi dalla Lombardia, però, saranno rispettati. A partire dallExpo: «Non vogliamo modificare il progetto del 2010, quello presentato al Bie, anche perché abbiamo già limato il progetto originario». Nonostante le difficoltà di bilancio, Formigoni garantisce che gli investimenti per la manifestazione non si toccano: «La Lombardia fin dal 2008 ha messo in sicurezza gli investimenti fino al 2015, perché consideriamo lExpo un investimento straordinariamente positivo, unoccasione importantissima». Naturalmente il peso delloperazione è proporzionalmente più imponente, ma il governatore non intende muovere passi indietro: «Dobbiamo trasmettere certezza. Abbiamo già chiesto il contributo degli sponsor».
Formigoni rassicura creditori e operatori economici di non aver intenzione di venir meno agli obblighi assunti per investimenti, infrastrutture o compartecipazioni in strade e autostrade. Il problema riguarda le spese discrezionali, quelle che costituiscono la politica regionale, come gli aiuti per la casa, per il diritto allo studio, per i nuclei familiari: «Questi impegni costituiscono un obbligo e se la manovra non verrà cambiata, praticamente saranno azzerate le spese non obbligatorie, dovremo ridurre a zero gli investimenti su alcune voci come aiuti alle aziende, alle famiglie e le politiche sociali».
Formigoni però non vuole iscriversi al partito del no di principio. Propone di rimodulare la manovra da 45 miliardi con tagli agli enti locali, dallabolizione delle Provincie («alcune sì e altre no è una soluzione pasticciata») allaccorpamento di Comuni e Regioni («se fossero tutte con dieci milioni di abitanti, in Italia ce ne sarebbero appena sei»). Insiste sulla privatizzazione di Rai e Poste. Chiede di mettere in zona salvezza le Regioni virtuose. Sfoggia ottimismo: «Ho assistito a molte manovre, credo che il governo potrà modificare la manovra. Ci sono 60 giorni di tempo in Parlamento».
Ed eccoci al capitolo pensioni. Formigoni contesta il no della Lega a ogni modifica previdenziale. «È doveroso alzare letà pensionabile» dichiara il governatore. E aggiunge: «Io non condivido una posizione che è più legata a motivi di bandiera.
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