Se la nuova Roma giocasse nella Milano rossonera sarebbe un successo garantito. A giudicare infatti dai complimenti riscossi ieri dal club e firmati da Barbara Berlusconi, esponente del cda rossonero oltre che figlia di Silvio, il presidente, e poi da quelli meritati dallo stesso Luis Enrique per bocca di Max Allegri, la Roma è riuscita a incassare maggiori consensi da queste parti piuttosto che nel bacino tradizionale del suo tifo. «La Roma è una squadra forte e imprevedibile» il primo giudizio tecnico scolpito dalla Berlusconi accompagnato dalla lode per il Milan uscito solo al termine dei supplementari dalla finale di coppa Italia. «Contro la Juve, i rossoneri hanno dimostrato di attraversare un buon momento di forma, perciò ho fiducia nella squadra di Allegri che sa imporre il proprio gioco nonostante le assenze importanti» è stato il suo codicillo.
Ma è la Roma società, all'americana per intendersi, guidata da un paio di manager di casa nostra, Franco Baldini e Walter Sabatini (il primo dei quali non raccoglie certo le simpatie di Adriano Galliani, vicepresidente esecutivo del Milan e in sintonia arcinota con la Sensi, Rossella, ndr), a riscuotere la promozione sul campo e a suscitare la maggiore curiosità da parte di Barbara Berlusconi. «Complimenti alla società che ha portato una ventata d'aria nuova nel panorama calcistico italiano puntando su giovani di talento» le sue parole prima di entrare nel merito di una recente iniziativa conclusa dalla Roma sul fronte commerciale, negli Usa. «L'accordo perfezionato con la Walt Disney è infatti il primo passo verso una moderna visione delle società di calcio che devono in futuro strutturarsi come società di intrattenimento offrendo al proprio pubblico divertimenti e servizi» la segnalazione diventata da tempo un cavallo di battaglia dell'esponente della famiglia Berlusconi.
Se la Roma a stelle e strisce è un piccolo esempio per la Milano rossonera, di sicuro il lavoro di Luis Enrique sul fronte squisitamente calcistico è seguito con grande attenzione dall'osservatorio di Milanello. Il motivo è semplicissimo secondo Allegri: «Lo spagnolo si è presentato con una sua idea di gioco e al volo ha capito che andava modificata per consentire alla squadra di difendersi meglio». Per il livornese che non è certo il tipo da lisciare il pelo ai colleghi, «Luis Enrique è un tipo sveglio, che ha corretto la fase difensiva e infatti da due turni non subisce gol, mentre ha lasciato inalterata quella offensiva». Nemmeno il recupero di Totti, 10 gol a San Siro nel suo ruolino di marcia, è passato sotto silenzio.
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