Roma - Quarta visita ufficiale di Muhammar Gheddafi in Italia, e ancora una volta il leader libico si presenta con gran voglia di stupire la compagnia. Se nel giugno dello scorso anno furono le «amazzoni-guardie del corpo» che lo accompagnavano a far discutere - come del resto la tenda-alloggio del capo della Jamahirya che fu piazzata a villa Doria Pamphili per gentile concessione del nostro governo - stavolta, per celebrare il secondo anniversario del trattato di amicizia italo-libica, il colonnello porta con sé 30 cavalli arabi, berberi purosangue, e un passaporto nuovo di zecca del suo Paese, al cui interno, su una pagina in filigrana, è stato stampato il momento della firma di Gheddafi e Silvio Berlusconi del trattato di amicizia tra i due Paesi dopo anni di incomprensioni.
L’ambasciatore di Tripoli a Roma Abdullah Gaddur, ha fatto sapere ieri che il premier italiano, alla richiesta di poter inserire quella fotografia nel nuovo passaporto di cui saranno dotati fin dai prossimi giorni i cittadini libici, ha fornito il suo assenso «con piacere». Non capita a tutti i leader, del resto, per quanto siano conosciuti nel mondo, di finire su un documento ufficiale di un altro Paese. Ma l’attesa vera è per lo «show» equestre che si terrà lunedì sera nel centro dei carabinieri di Tor di Quinto (zona nord di Roma), nel corso del quale si esibiranno il IV reggimento dei carabinieri a cavallo, con tanto di fanfara, ma soprattutto i 30 cavalli arabi che saranno fatti giungere a Ciampino con un volo speciale fin da domani. Mistero fitto su quel che riguarda il loro ingresso in scena, in prima serata, dopo cioè che si sarà chiusa la giornata del Ramadam. Non comunicato neppure il menù della cena che sarà offerta, al termine dello spettacolo, da Berlusconi al suo ospite. A Tripoli, due anni fa, ai due fu servito cous-cous e agnello. Più che prevedibile una cena italiana, ma a palazzo Chigi non fiatano.
Mentre già si sa che stavolta la tenda del colonnello non finirà per essere eretta in qualche parco pubblico (anche per i troppi problemi di sorveglianza che si erano creati un anno fa), ma più semplicemente verrà alzata nella residenza dell’ambasciatore di Tripoli a Roma, in zona Cassia. Più sobrio del giugno 2009, per quel che si è poi appreso, il programma della visita di Gheddafi, che giungerà a Roma domenica sera e dovrebbe ripartire martedì 31. Per lunedì è in programma una presenza nell’Accademia di Libia a Roma in cui si tiene una mostra fotografica sul Paese dirimpettaio e dove si terrà un convegno. Ma il «piatto forte» sarà costituito proprio dai colloqui a quattr’occhi tra il colonnello e Berlusconi, stante il «boom» degli interscambi economici che si va realizzando tra i due Paesi. Non solo petrolio e gas. I libici hanno messo in piedi robuste partecipazioni azionarie in Italia: Lybian Arab foreign Investments (Lafico) e Lybian Investments Authority (Lia) hanno pacchetti azionari di Fiat, Unicredit ma anche della Juventus. Esclusi dall’ambasciatore di Tripoli (ma anche da Tarak Ben Ammar che nella sua azienda di film e tv ha come soci proprio i libici e Berlusconi) affari con aziende che fanno capo al presidente del Consiglio italiano o alla sua famiglia. Mentre è scontato che parte del dialogo tra i due si possa incentrare sugli investimenti - 5 miliardi di dollari in 25 anni - che il governo italiano si è impegnato a far pervenire a Tripoli come risarcimento del «danno coloniale». E in proposito è da notare come in questi giorni si stia riunendo la commissione paritaria italo-libica per il via libera definitivo al progetto di autostrada costiera di ben 1.700 km.
- dall’Egitto alla Tunisia - che le aziende italiane costruiranno con una robusta parte di quei 5 miliardi di dollari. Un progetto che ha attratto ben 21 società (Impregilo in testa) e che dovrebbe essere assegnato il prossimo 30 ottobre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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