da Roma
Dejan Bodiroga, da otto mesi non gioca più ed è dirigente di Roma.
«Volevo restare nel basket e fare unesperienza del genere. Sono contento del lavoro svolto, devo dire che ero già preparato per questo ruolo».
Dica la verità, il campo un po le manca?
«Nella mia carriera ho fatto quello che volevo, ho giocato tanti anni in nazionale e con grandissime squadre europee, vincendo tantissimo. Insomma, smettere non è stato traumatico».
Nella sua carriera ha addirittura rifiutato lNba...
«Avrei potuto andarci più volte, ma non ho mai cambiato idea. Il campionato americano è diventato uno show, le partite vere si vedono solo nei playoff. Infatti guardo più volentieri sfide di 15 anni fa. Se lNba si è messa a cercare giocatori europei, vuol dire che non sa più produrre campioni. Vi racconto un episodio curioso: quando i Phoenix Suns hanno giocato una partita di esibizione a Roma, cera un tizio che diceva al pubblico di applaudire. Ecco, è questo che non mi piace: se vado al palazzetto, decido io quando esultare o regalare applausi. La dimostrazione che ormai lNba è solo spettacolo».
A proposito di Phoenix, ha ingaggiato Shaquille ONeal «vecchio» e imbolsito.
«La sua esperienza può ancora fare la differenza, magari con un minutaggio ridotto. In una squadra come Phoenix che vuole vincere subito, potrebbe essere unarma in più».
E gli italiani in Nba?
«Bargnani ha grandi qualità ed è ancora giovane. Se non si accontenterà e penserà a migliorarsi, ha un futuro roseo garantito. Anche Belinelli è bravo, ma uno come lui non può stare a guardare, deve giocare di più».
Pensa a un suo futuro in panchina?
«Non si sa mai, ora penso solo al mio ruolo attuale».
Lallenatore a cui è più legato?
«Tutti sono una parte importante della mia carriera, e con tutti ho ancora buoni rapporti. Certo, i primi passi con Tanjevic e i successi ottenuti sono più speciali».
Amarcord: il suo addio al Palalottomatica...
«Ripenso sempre a quella serata e alla standing ovation finale. Il pubblico di Roma mi ha emozionato e da giocatore ho vissuto due anni bellissimi».
Milano, lunica piazza in Italia dove ha vinto...
«Uno scudetto, due finali di Korac, un Forum con dodicimila spettatori. E un gruppo fantastico con Gentile, Fucka, tutti cresciuti con il maestro Tanjevic. Peccato che si sciolse presto, poteva aprire un ciclo».
Oggi si parla di un campionato italiano con squadre senza identità.
«Negli ultimi anni il mercato continuo è diventato una moda. Ma molte squadre cambiano senza avere idee o semplicemente pazienza. Alcuni ritocchi sono necessari, spesso però si cambia quando non ce nè bisogno. Credo che alla lunga paghi una buona programmazione e la creazione di un blocco».
Gli italiani che giocano sono sempre meno...
«Se un italiano è forte, troverà sempre spazio. Non a caso il campionato ha prodotto elementi di grande livello, lultimo è Gallinari che potrebbe arrivare in Nba».
Il caso Tucker, bomber della serie A, ceduto da Teramo in Russia, è clamoroso.
«Molti club partono per salvarsi, poi davanti a offerte economiche pesanti cedono anche le proprie stelle. È un effetto di questo mercato».
Qualcuno osserva che il nostro campionato è dominato dalle difese.
«Il basket è completamente rivoluzionato, cè più tatticismo e grande attenzione sulla fase difensiva».
Il lavoro degli allenatori è diventato difficile.
«Il basket si è evoluto e bisogna seguire le novità. Ogni coach ha sempre la sua filosofia di gioco, ma cerca di adattarsi ai giocatori che ha a disposizione».
Due italiane fra le Top 16 di Eurolega.
«Una bella soddisfazione.
La nazionale italiana non andrà alle Olimpiadi.
«Non ha disputato leuropeo che ci si aspettava. Ma non vedo un futuro nero, ha un blocco di giocatori dal grande avvenire».
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