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Qui si parla solo a gesti per aiutare i sordi

Case e negozi aperti con ampie superfici vetrate, per agevolare la visione da lontano; ambulanze e auto della polizia con sirene a bassissimo volume, ma con lampeggianti ultra-potenti; ristoranti con camerieri in grado di spiegare i dettagli dei menù esclusivamente con il linguaggio dei segni; collegamenti internet veloci per tutti, indispensabili per rimanere in contatto con la comunità. Sta nascendo Laurent, la città dei segni (e dei sordi): sorgerà vicino a Salem, in South Dakota, uno Stato dell’Ovest storica meta dei pionieri, costellato di città fantasma come Deadwood, abbandonate dopo la corsa all’oro. Laurent sarà una cittadina molto piccola, che punta ad avere circa 2.500 abitanti e prenderà il nome da Laurent Clerc, lo scienziato francese che portò il linguaggio dei sordomuti negli Stati Uniti, quasi due secoli fa.

L’idea di creare una città per i sordi, in realtà aperta a tutti purché siano pronti a comunicare esclusivamente o quasi con il linguaggio dei segni, è di un non udente, Marvin Tiller, e un centinaio di famiglie con sordi, anche inglesi e australiane, hanno già risposto all’appello.

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