Economia

La quota Ferrari rientra a casa

Presentata l’Alfa coupé 8C, la vettura con cui il gruppo tornerà negli Usa

nostro inviato a Parigi

Oggi o al massimo domani la Fiat tornerà ufficialmente in possesso del 29% della Ferrari, quota dal 2002 nel portafoglio di Mediobanca. «Il documento è praticamente pronto - spiega una fonte - ed è alla firma». A Parigi l’amminisratore delegato della Fiat, Sergio Machionne, conferma che i tempi saranno dunque rispettati, anche se nei giorni scorsi era stato ipotizzato uno slittamento della chiusura dell’operazione ai primi giorni della prossima settimana. Lo stesso Marchionne non esclude anche la possibilità che rientri a Torino anche il 5% ora in mano al fondo Mubadala. «Trascorreremo il fine settimana con la Ferrari in casa - ha sottolineato il top manager -: quando saremo a Shanghai (la metropoli cinese ospiterà il gran premio di Formula 1, ndr) la casa di Maranello sarà già nostra». Marchionne ha quindi aggiunto che il valore del 29% del Cavallino «ammonta a circa 800 milioni», precisando inoltre che «in qualsiasi scenario» la Fiat ha il diritto di acquistare anche il 5% tuttora in possesso al fondo Mubadala di Abu Dhabi. «Anche questa operazione - ha aggiunto - la stiamo vedendo adesso». È la prima volta che Marchionne fa espressamente riferimento alla quota detenuta dal fondo degli Emirati. Non bisogna comunque dimenticare che proprio ad Abu Dhabi nascerà nel 2009 un grande parco tematico dedicato alla Ferrari. Il complesso, che si estenderà su un’area di 250mila metri quadrati, ha comportato un investimento da parte araba di circa 400 milioni di dollari (nella società che si occupa dell’iniziativa è presente il fondo Mubadala).
«La Ferrari è della Fiat - ha continuato soddisfatto Marchionne -: presto vedrete le collaborazioni tra Maranello e il resto del gruppo Fiat-Maserati». E se tra poche ore la Fiat chiuderà la partita Ferrari-Mediobanca, presto con Piazzetta Cuccia ne aprirà un’altra, quella relativa alla dismissione dello storico 1,8% che il Lingotto detiene nella banca d’affari. «Siamo intenzionati a uscire da Mediobanca, ma senza fretta. Il patto di sindacato scade nel 2007 e da parte nostra utilizzeremo al meglio il tempo che ci rimarrà», ha puntualizzato Marchionne. L’ad ha anche spiegato le ragioni che lo hanno portato a non considerare più tale quota strategica per il Lingotto: «Con tutto il rispetto per Mediobanca si tratta di una partecipazione finanziaria e noi abbiamo partecipazioni industriali.

Non c’è alcun legame con il riacquisto del 29% della Ferrari».

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