(...) per essere stato emarginato quando sembrava vicino il riconoscimento per essersi impegnato a favore della causa. E tuttavia, Musso, una volta messo di fronte alla «pubblicità» del messaggio, non si arrampica sugli specchi. Anzi, ribadisce limpegno a continuare a remare perché il Pdl vinca, perché la proposta politica di Silvio Berlusconi, sposata da Gianfranco Fini («da entrambi ho sempre avuto sostegno e attestazioni di stima»), si affermi nellimminente tornata elettorale. Eppure, il docente universitario di Economia, lesperto di trasporti e logistica che ha «osato» sfidare Marta Vincenzi arrivando a insidiarne il primato dei consensi, non riesce a buttarsi alle spalle lamarezza del presente. E lo fa in maniera brutale: «Mi dispiace - scrive - di essere stato preso per il c... a livello locale, mentre non credo che questo orientamento sia condiviso a livello centrale. Quando me lo hanno chiesto, lanno scorso, ho messo a disposizione faccia e reputazione (un po migliori le mie di quelle ai quali lho prestata). Oltre a tempo, entusiasmo, energie e soldi. Ho interrotto una vita professionale intensissima e densa di riconoscimenti internazionale (secondo me anche un po immeritati...ma tantè...). Allora - prosegue Musso, come un fiume in piena - la battaglia era impossibile, si partiva da 25 punti percentuali di scarto, la sinistra schierava la sua corazzata da preferenze, e nessuno dei politici professionisti voleva farsi male. Allora hanno chiamato me». Parte la considerazione impietosa, per chi ha orecchie per intendere. «Sarebbe stato davvero bello vedere impegnati anche lanno scorso tutti quelli che oggi sgomitano. Avremmo forse vinto!». La conclusione è ancora più dura, con spruzzi di sarcasmo da innamorato tradito: «Comunque sia, sono un pochino dispiaciuto per me, e molto di più per lincredibile degrado in cui versano i partiti, e di conseguenza, complice anche questa legge elettorale, la cosa pubblica. Io mi riprenderò rapidamente dallemarginazione, e un po meno rapidamente dallo schifo. La cosa pubblica non so se si riprenderà». Un soprassalto di discrezione: «Ti prego di non divulgare questo mio sfogo. Enrico».
Ma lo «sfogo» si diffonde sul web. Che fa, Musso? Smentisce? «Neanche per sogno - ribatte lui, colto in contropiede -. Ho scritto quello che penso, non rinnego nulla. Ritenevo doveroso non divulgare il messaggio, avrebbe potuto danneggiare qualcuno...». Lui, par di capire, innanzi tutto. Anche per il tono pesantissimo, limpressione di autostima spinta alleccesso e oltre di cui è abbondantemente pervaso il contenuto, e per la sensazione (forse anche qualcosa di più) di pretendere diritti per il solo fatto di essere e ritenersi bravo... O no? «Credo di essere stato trattato male - insiste Musso -, di aver subito uno stillicidio di piccoli sgarbi. Eppure ancora nelle ultime ore ho partecipato a incontri pubblici invitando a votare Pdl. Ma non ho mai avuto risposta». Vuol dire che ha chiesto qualcosa a qualcuno, a Scajola ad esempio? «Ho parlato con lui, di recente. Mi ha prospettato scenari futuri. Lo considero un atto di correttezza, frutto di stima nei miei confronti. Lui è una persona seria, affidabile».
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