Raciti, 14 anni all’ultrà del Catania. Lui: «È un complotto»

Catania. Il Tribunale per i minori di Catania ha condannato a 14 anni di reclusione e a cinque anni di interdizione Antonino Speziale per l’omicidio dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, morto allo stadio Angelo Massimino per i postumi delle ferite riportate durante gli scontri fra gli ultrà di Catania e Palermo del 2 febbraio 2007. L’accusa aveva chiesto la sua condanna a 15 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. Il processo si è celebrato davanti al Tribunale per i minori in quanto Antonino Speziale all’epoca dei fatti aveva 17 anni. Alle 12,26 i giudici sono entrati in camera di Consiglio, in aula atmosfera tesissima, presenti l’imputato e i suoi genitori, la vedova di Raciti, Marisa Grasso, e i genitori dell’ispettore di polizia, sette ore prima della sentenza. Secondo l’accusa Speziale durante l’arrivo dei tifosi del Palermo al Massimino avrebbe lasciato il suo posto allo stadio per scontrarsi con gli ultrà rivali e avrebbe utilizzato come un ariete un sottolavello in metallo, usandolo contro le forze dell’ordine che cercavano di bloccarlo. E davanti all’ingresso della Curva Nord avrebbe ferito mortalmente, con una lesione al parenchima del fegato, l’ispettore Raciti. L’accusa aveva già riqualificato il reato da omicidio volontario a preterintenzionale, la difesa aveva chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto o in subordine per mancanza di prove. Tranquillo, quasi estraneo alla sua condanna, Antonio Speziale ha subito commentato la sentenza: «Sono sicuro di essere innocente. C’è un complotto, ma non mi arrendo. Con il mio avvocato faremo appello». E il suo difensore Giuseppe Lipera ha aggiunto: «È una sentenza errata e ingiusta, anche senza conoscere le motivazioni, da non condividere. Appelleremo». Tradita da una sequenza di emozioni troppo forti, la vedova Raciti si è lasciata andare ad un abbraccio liberatorio verso l’avvocato Trantino che l’ha assistita.

Questa brutta storia non è finita. Con Speziale avrebbe agito anche un altro ultrà del Catania, Daniele Michele di 23 anni, per il quale l’accusa ha chiesto la condanna a 11 anni di reclusione, oggi parlano i suoi difensori.

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