Raciti, il Riesame richiude la cella del giovane ultrà

da Palermo

La perizia dei carabinieri del Ris sulla quale si basava la decisione del gip Alessandra Chierego di annullare l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del diciassettenne indagato per la morte dell’ispettore Filippo Raciti appare «non priva di errori metodologici». È la valutazione del Tribunale del riesame per i minorenni, che «condivide i motivi d’appello» della Procura della Repubblica per i minorenni, ripristinando l’arresto per omicidio nei confronti dell’indagato, ribaltando così la decisione del gip del 4 giugno scorso. Il provvedimento non è esecutivo in attesa del ricorso in Cassazione annunciato dai legali del ragazzo, che sarebbe rimasto comunque detenuto in vista del processo che si terrà giovedì prossimo per il reato di resistenza aggravata, sempre per gli scontri del 2 febbraio scorso durante il derby di calcio Catania-Palermo. Quel giorno il minorenne, che compirà 18 anni, chiederà che «il processo si svolga a porte aperte». Gli avvocati del minorenne chiedono il «trasferimento del processo a Messina» perché, a loro dire, «a Catania l’ambiente non è sereno e c’è quindi un’evidente incompatibilità ambientale».

I giudici del Riesame nella motivazione parlano di «perplessità circa il rigore del metodo di verifica seguito dai periti» e ritengono invece che «il valore degli indizi di colpevolezza rimane intatto, anche dopo l’incidente probatorio» a conclusione del quale il giudice per le indagini preliminari aveva disposto la revoca dell’arresto per omicidio.

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