Raddoppio della base: per Vicenza un affare da 304 milioni l’anno

L’ampliamento della struttura porterà all’economia locale 272 milioni. A regime la ricaduta annua diretta delle nuove caserme sarà cinque volte superiore agli attuali 60 milioni di euro

da Milano

È un’abbondante pioggia di denaro quella che cade ogni anno sulla provincia di Vicenza grazie alla presenza della base militare statunitense: 78 milioni di dollari, 60 milioni di euro, soltanto per pagare gli stipendi ai 750 dipendenti italiani; per costruzioni e forniture di servizi a imprese locali; e per gli affitti versati a privati o al settore pubblico. Ma almeno altri 115 milioni di euro, sotto varie voci, vanno a beneficiare l’economia vicentina. Senza dimenticare cosa significherà in termini economici la nuova base: per la sua realizzazione, dal 2007 al 2011 saranno spesi 272 milioni di euro, mentre a regime, dal 2012 al 2020, il contributo americano si tradurrà in 304 milioni di euro annui.
Diciamo anzitutto che la base attuale è una cittadella che si stende su una superficie di 346 acri, pari a 140 ettari, dove vivono e lavorano complessivamente 4.140 persone. Di queste 2.530 sono i soldati americani, 860 i civili d’oltre Atlantico e 750 quelli italiani. Una voce, quest’ultima, che colloca l’amministrazione militare Usa fra i 15 maggiori datori di lavoro di tutto il Veneto.
E anche qui, ogni fine mese, arrivano le buste paga. Su base annua, sono 117,6 i milioni di dollari (91 di euro) che finiscono ai militari a stelle e strisce; e di questi soldi una buona parte, impossibile da calcolare, viene da loro poi spesa in negozi, locali e in tutte le attività della zona. A queste cifre vanno aggiunti i 40,3 milioni di dollari (31 milioni di euro) sotto forma di incentivi per il personale americano per pagare l’affitto in abitazioni private esterne alla base. L’80 per cento dei militari e dei civili Usa ha scelto di risiedere fuori dalla base, distribuendo di conseguenza i propri dollari ai proprietari di casa di 49 diverse località della zona attorno alla caserma. Quanto ai 750 dipendenti civili italiani, i loro stipendi ammontano complessivamente a 25,5 milioni di dollari (19,2 milioni se tradotti in euro).
Ma l’amministrazione militare americana lascia in loco altri importanti canoni d’affitto, ovvero quelli per gli uffici amministrativi, i depositi, altri edifici di vario genere e per l’utilizzo di terreni situati sia dentro sia fuori dai recinti della caserma Ederle. Complessivamente, è un’ulteriore rendita per l’economia locale pari a 2,4 milioni di dollari (1,8 in euro).
E il contributo statunitense all’economia del Vicentino non si esaurisce qui. La base militare americana rappresenta infatti una delle maggiori fonti di lavoro, fatturato e impiego di mano d’opera per le più diverse tipologie di imprese, da quelle di costruzioni a quelle che curano i servizi di raccolta dell’immondizia, dalle officine di riparazione o manutenzione ad ambulatori, cliniche e ospedali. Da sole, le imprese locali di progettazione e costruzione hanno incassato dall’amministrazione militare a stelle e strisce, nell’anno fiscale 2004/2005, una cifra che è pari a 64 milioni di dollari, quasi 50 milioni di euro.
E l’elenco continua con servizi e forniture appaltati sempre ad aziende o professionisti locali: oltre 141 milioni di dollari sono il budget per i diversi contratti commerciali necessari alla vita della base; 3,2 milioni per i servizi di sicurezza; 1 milione per la raccolta della spazzatura; 50mila dollari per i servizi di portierato e 40mila per la stampa di Outlook, il giornale della base. In tutto altri 145 milioni di dollari (circa 112 milioni di euro).

Importanti voci di spesa, che vanno a beneficio dell’economia della provincia vicentina, sono quelle per cure mediche (1,1 milioni di dollari) e per contratti, altre forniture e attività di manutenzione per complessivi e ulteriori 438mila dollari. In tutto, 1,5 milioni di dollari, ovvero un altro abbondante milione di euro.

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