
È una fata ignorante, l'America, scissa come nel dipinto omonimo di Magritte in due metà, una inondata di luce e l'altra immersa nell'ombra proiettata da quello stesso faro di luminosità. Un'immagine calzante per un Paese che non cessa di esercitare fascino e suscitare contraddizioni insanabili.
La fata ignorante. Frammenti americani (il Mulino, pagg 208, euro 18) di Tiziano Bonazzi, professore emerito dell'Università di Bologna, ha le carte in regola per essere uno strumento adatto a chi voglia comprendere le ragioni della profonda divisione che ha caratterizzato le ultime elezioni presidenziali, malgrado l'esito tutt'altro che in bilico.
Con un tono divulgativo che non scade mai nel caricaturale Bonazzi racconta l'America di oggi tornando alle sue origini e, soprattutto, alla sua assenza di storia. Non si tratta, infatti, di prendere atto della giovane età di questa grande nazione, ma di far risalire tale mancanza a un principio saldo: «la storia statunitense è parte della storia europea, una sua prosecuzione, non una negazione». I padri fondatori, imbevuti di dottrine religiose non esclusivamente calviniste sbarcarono sulle coste atlantiche di quelli che sarebbero diventati gli Usa con l'intenzione di essere una «non-Europa... dei tanti che fuggivano dai luoghi di origine nel Vecchio continente... incrostati di servitù, di povertà, di barocche cerimonie che offuscano l'originaria autenticità». Lo sbarco è, di fatto, un Secondo risveglio all'insegna di un evangelismo la cui onda lunga è l'attuale natura rigidamente confessionale del Paese. Eppure, la Costituzione sancisce una netta separazione tra stato e chiesa, anzi chiese, che risulta sempre più presunta. Perché tutti «gli esseri umani sono protagonisti del dramma della salvezza».
È proprio nelle manifestazioni pubbliche di tale religiosità brandita con orgoglio che Bonazzi individua l'origine primaria degli odierni slanci populisti
del Paese, slanci che non conoscono confini partitici. La sua disanima ci risparmia le ormai stucchevoli discussioni sulla figura di Donald Trump, lasciando ai lettori il giudizio sulla base di quanto la storia ci suggerisce.