Rai più vicina al divorzio dalla piattaforma di Sky Domani Masi in cda

È stato un «incontro serio e concreto», durato un’ora - si apprende da fonti di viale Mazzini - quello di ieri pomeriggio a Milano tra le delegazioni della Rai, guidata dal direttore generale Mauro Masi, e di Sky Italia, capeggiata dall’amministratore delegato Tom Mockridge. Sul tavolo, il rinnovo del contratto per i canali di RaiSat, in scadenza il 31 luglio, ma anche - più in generale - la partnership tra la tv pubblica e la piattaforma satellitare che fa capo a Rupert Murdoch. Sugli esiti del colloquio Masi riferirà domani in consiglio di amministrazione. Da parte sua, Sky afferma di avere «ribadito» la sua offerta: 50 milioni l’anno per cinque canali di RaiSat (attualmente Sky paga 56 milioni per sei canali) più l’offerta free, cioè Raiuno, Raidue, Raitre e i cinque canali del digitale terrestre, e 75 milioni per l’acquisto di diritti di Rai Cinema. Fonti vicine ai colloqui tuttavia riferiscono che la Rai non si è detta soddisfatta della nuova proposta e non ne ha presentata una alternativa. Se la trattativa dovesse saltare, come a questo punto è probabile, la Rai potrebbe decidere di trasferire il bouquet RaiSat sul digitale terrestre, mantenendolo come offerta a pagamento o allargando la sua offerta gratuita.
Il negoziato, nella strategia Rai, dovrebbe essere circoscritto al bouquet RaiSat. Viale Mazzini non ha intenzione di includere nel pacchetto contrattuale anche l’offerta free, soprattutto ora che si avvicina il debutto della piattaforma TivuSat. Un problema che non esisteva in passato: finora, infatti, questi canali sono stati visibili sul satellite grazie a un protocollo tecnico, a carattere non oneroso, tra Rai Way e Sky, che però è stato disdetto a gennaio dall’ex direttore generale Claudio Cappon. Dal 30 giugno, quindi, la Rai non è più obbligata a utilizzare il sistema di criptaggio Nds per rendere visibile agli abbonati Sky i suoi canali in chiaro.
Se Mockridge insisterà per acquisire anche il pacchetto free, quindi, dovrà rivedere economicamente la sua proposta. Ipotesi che viale Mazzini prenderebbe in considerazione solo in caso di un sostanzioso ritocco della cifra offerta dalla controparte: nessun vantaggio a un concorrente così vicino per ricavi, è la linea, «tanto più se a prezzi discutibili», ha sottolineato Masi. In base al documento presentato nelle scorse settimane dal direttore generale al cda, infatti, la cifra complessiva immaginata sarebbe assai lontano da quella offerta da Mockridge: almeno 200 milioni l’anno, per un totale di circa 1,5 miliardi per sette anni.
La questione tornerà domani sul tavolo del cda della Rai, al quale spetta comunque l’ultima parola.

Nella stessa riunione il dg dovrebbe presentare anche un affinamento delle deleghe dei quattro vicedirettori generali (Antonio Marano, Giancarlo Leone, Lorenza Lei e Gianfranco Comanducci). A suggellare una settimana calda, giovedì altro round per il cda, dedicato con ogni probabilità alle nuove nomine.
LV

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