Raid aereo Nato Novanta morti (più di 30 i civili) nel nord del Paese

È un nuovo, drammatico caso di strage di civili durante un’azione militare a riaprire le polemiche sugli effetti dei bombardamenti della Nato in Afghanistan. Ieri in un raid aereo alleato vicino alla città di Kunduz, nel nord del Paese, sono rimaste uccise circa 90 persone, di cui circa 60 talebani e 30 civili. Gli aerei Nato, giunti su richiesta dei tedeschi che hanno il comando della regione, hanno colpito due autocisterne cariche di gasolio destinato all’Isaf che i talebani avevano bloccato dopo aver ucciso, decapitandoli, i due autisti. L’esplosione, con successivo incendio, ha però investito anche decine di abitanti del posto che stavano cercando di impadronirsi, con taniche e recipienti vari, del prezioso carburante.

Il presidente afghano uscente Hamid Karzai, che confida nella rielezione e sa di dover forse affrontare un ballottaggio con il suo avversario Abdullah Abdullah, ha annunciato un’inchiesta e protestato affermando che è «inaccettabile che si prendano di mira in qualunque modo i civili». Anche la Nato svolgerà un’inchiesta, consapevole che incidenti come questo minano la fiducia degli afghani nell’Alleanza occidentale.

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