Cronaca locale

Raimondi: "Il demanio primo passo verso il federalismo fiscale"

L'assessore regionale all'Ambiente: "Siamo vicini all'attuazione di ciò per cui lavoriamo da tempo tempo. Per noi federalismo non vuol dire nazionalizzazione locale, quanto puntare decisi sulla valorizzazione del territorio, anche in termini di sviluppo economico e sociale che da quel territorio può derivare"

«Rinnovare le concessioni idroelettriche, affinché i territori con le risorse idriche possano partecipare alla gestione, per valorizzarle al meglio». È quanto ha ribadito l'assessore regionale all'Ambiente, Energia e Reti, Marcello Raimondi, intervenendo nel corso del dibattito in consiglio regionale sul tema del federalismo demaniale. «Il decreto legislativo sul federalismo demaniale, emanato dal governo - ha detto Raimondi - entra in vigore il 26 giugno ed è un importante primo passo verso il federalismo fiscale».
Al federalismo demaniale seguiranno nei prossimi mesi ulteriori decreti legislativi che saranno emanati dal governo in materia di federalismo fiscale e che, come questo sul federalismo demaniale, coinvolgeranno direttamente la Regione e gli enti locali. «Siamo dunque ad un momento storico. Comincia a prendere forma quell'oggetto del desiderio per cui ormai da tempo lavoravamo - ha aggiunto Raimondi -. Per noi federalismo non vuol dire nazionalizzazione locale, quanto puntare decisi sulla valorizzazione del territorio, anche in termini di sviluppo economico e sociale che da quel territorio può derivare». «Questo decreto dunque - prosegue Raimondi - attribuisce innanzitutto funzioni ai diversi livelli di governo, trasferendo i beni in modo da ottenere la loro massima valorizzazione, perché trasferiti ad un livello di governo più vicino, più attento alle necessità di conservazione, tutela e possibilità di redditività e capitalizzazione del valore dei beni».
Entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore del Decreto legislativo sul federalismo demaniale, il governo dovrà emanare, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, l'elenco dei beni da trasferire alle Regioni, entro il 23 dicembre prossimo. «Gli introiti derivanti da eventuali alienazioni dei beni trasferiti - ricorda l'assessore regionale - saranno comunque destinati a ridurre il debito pubblico e non potranno essere utilizzati per spese correnti. In particolare, l'eventuale alienazione dei beni potrà avvenire anche attraverso fondi immobiliari e l'introito coprirà per il 75% il debito dell'ente locale o regionale (o spese d'investimento in assenza di debito) e per il 25% coprirà il debito statale».


Inoltre, a decorrere dall'anno successivo al passaggio dei beni, i trasferimenti dello Stato vengono ridotti in misura pari alle relative rendite, mentre sono esclusi dal calcolo del patto di stabilità i costi per la manutenzione del patrimonio trasferito.

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