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Rainews24, la rete degli sprechi: 100 redattori, 3mila telespettatori

Il canale all-news diretto da Mineo costa 35 milioni di euro all’anno ma ha l’audience di una radio locale. Nata nel 1999, è stata da sempre una "enclave" del centrosinistra. L'Unione in pezzi sulla tv di Stato: sfiduciato il presidente Petruccioli che dice: "Non mi dimetto"

Rainews24, la rete degli sprechi: 
100 redattori, 3mila telespettatori

da Roma

È un club per pochi intimi, RaiNews24. Un canale più che a conduzione, a visione familiare, che raggranella numeri da piccola radio locale. I dati d’ascolto assumono contorni quasi imbarazzanti. La rete all-news del servizio pubblico - in onda sul satellite e sul digitale terrestre - nel periodo 1 aprile/22 ottobre raggiunge, nell’arco dell’intera giornata, uno share dello 0,03%. Una percentuale che si traduce in circa 3mila ascoltatori quotidiani. Considerato che il canale diretto da Corradino Mineo ha un costo annuo di circa 35 milioni di euro, se gli aficionados fossero chiamati a pagare un canone sufficiente a coprire questa cifra dovrebbero sborsare 11mila euro a testa.
Note dolenti, soprattutto per i conti dell’azienda di Viale Mazzini, risuonano anche se si adotta un altro spartito e un’altra chiave interpretativa: quella della forza lavoro. RaiNews24, infatti, ha in organico più di cento giornalisti. Se si prende il dato dei 3mila spettatori giornalieri questo vuol dire che si hanno circa 30 spettatori per ciascun operatore dell’informazione. L’ascolto, in realtà, migliora un po’ in termini di audience se si segmentano le fasce orarie e si prende il solo «prime-time». In prima serata gli ascoltatori salgono a quota 5mila, anche se lo share (ovvero la percentuale di ascolto rispetto al pubblico che sta guardando la televisione in quell’istante) cala allo 0.02%. Quando, invece, va in onda la ripetizione in chiaro su Rai Tre di notte fino alle 8 del mattino si arriva a 97.000 ascoltatori. Assolutamente penalizzante anche il confronto sul solo satellite con il concorrente diretto, rappresentato da SkyTg24. Il canale diretto da Emilio Carelli raggranella, infatti, dieci volte i contatti-giorno di RaiNews24.
Il canale pubblico all-news, la cui esistenza è prevista dal Contratto di servizio tra Rai e ministero delle comunicazioni, nasce il 26 aprile 1999. La rete, ispirata al modello della Cnn, viene plasmata da un professionista tanto stimato quanto schierato come Roberto Morrione. Un imprinting che trasforma RaiNews24 in una sorta di enclave rossa di rito diessino. Dal novembre 2006, con la direzione di Corradino Mineo, il canale inaugura una nuova veste grafica, la doppia conduzione di alcune edizioni, cambia logo e colori e adotta un nuovo slogan: «Il mondo è con voi». Peccato che il numero di quel «voi», nonostante il nuovo corso, abbia subito variazioni appena percepibili.
Se il canale all-news incassa circa 35 milioni di euro, tutt’altro trattamento riceve un altro pezzo dello sconfinato universo Rai. Gli spifferi freddi del nuovo piano industriale indicano, infatti, che potrebbe esserci una sottrazione di risorse per Rainet - la società incaricata di sviluppare i siti web del gruppo - che a settembre ha raggiunto il record storico di oltre 84 milioni di pagine viste e 4,6 milioni di utenti unici registrati, con una crescita rispetto al 2002 del 537%. Le unità di misura sono diverse. Ma se si volesse fare un paragone con RaiNews 24 «l’ascolto» quotidiano di Rainet risulterebbe pari a circa 276mila «spettatori». E questo nonostante un budget che non va oltre i 6 milioni di euro. Un risultato per il presidente della società, Giampaolo Rossi, e per l’amministratore delegato Alberto Contri (ex consigliere di amministrazione della Rai, vicino al centrodestra) che «potrebbe essere ancor più eclatante attraverso un potenziamento dei mezzi a disposizione, in particolare riguardo l’area news. I risultati attuali, comunque, con un investimento da parte della Corporate di appena lo 0,2% del suo bilancio totale, dimostrano l’enorme potenzialità del web».
Ma c’è un altro punto che lascia perplessi. Il piano industriale propone di ridisegnare e rivoluzione Rainet. Il motivo? Un fantomatico posizionamento al 33° posto nel ranking dei portali in Italia. Una valutazione curiosa visto che il dato preso come riferimento è quello del mese di agosto (quando crollano gli ascolti del web Rai). Inoltre nel computo vengono inseriti persino i motori di ricerca come Google e Yahoo e i portali di servizio delle tlc. Insomma, una vera e propria trappola interpretativa visto che non si tiene conto, invece, che il portale Rai.it è al quarto posto dietro Repubblica, Corriere e Mediaset.

Tutti siti che investono somme (e risorse umane) enormemente maggiori rispetto al web di Viale Mazzini.

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