Quel ramo del lago di Como che rende felici i buongustai

Un concentrato di bellezza, eleganza e alta cucina. Col talento di Bocchia, Varese, Caranchini e tanti altri

Quel ramo del lago di Como che rende felici i buongustai
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Quella forma di Y rovesciata lo ha sempre reso iconico. Due rami, uno nobile e l'altro plebeo, due capoluoghi di provincia (Como e Lecco), un'atmosfera rilassata ma anche operosa, il lago di Como è da sempre il lago dei milanesi, che qui vengono a cercare requie dal traffico e dal business e un po' di fresco. Oltre che i sapori di ristoranti blasonati (e costosi) che da soli valgono la gita.

Kitchen (Como) Partiamo da Como, dove si trova questo bel ristorante immerso in un parco privato e che gode di un'atmosfera riservata e quieta. Lo chef Andrea Casali, malgrado la stella Michelin, ama mettere davanti non il suo ego ma il suo lavoro su materie prime di alta qualità valorizzate da tecniche impeccabili. Il ristorante vanta anche un orto biodinamico che fornisce molti degli ingredienti del menu. Notevole l'Agnello, lattuga, quinoa e fave.

Materia (Cernobbio) Davide Caranchini è considerato uno dei giovani chef più talentuosi in Italia e il trasferimento avvenuto un anno fa in via Trieste gli ha fornito un contesto più a misura delle sue ambizioni. La sua cucina tende ad alleggerire i piatti non rinunciando a un'esplosione di sapori e a una certo gusto per le sperimentazione (proprio nel momento in cui è passata di moda). Vale la pena affidarsi allo chef, magari scegliendo il menu Visioni (170 euro) tra i più personali e interessanti della Lombardia. L'Anarta alla maghrebina è strepitosa. Una stella Michelin.

Il Sereno al Lago (Torno) Un napoletano sul lago. Questo è Raffaele Lenzi, lo chef di questo elegante ristorante di hotel con vista mozzafiato (e stella Michelin). Lenzi declina le sue origini con moderazione, lasciando ampio spazio anche al territorio in cui si trova, a contaminazioni internazionali e a suggestioni fusion. Il menu A Modo Mio è uno show stimolante ma è interessante anche quello vegetale.

Filo (Lazzeno) La magnifica vista del ristorante dell'hotel Filario si estende all'isola Comacina e a Villa Balbianello. Ma qui vale la pena spingersi anche per la cucina del napoletano Alessandro Parisi, che costruisce un appassionante Grand Tour dell'Italia gastronomica. Ci sono perle come il Piccione e scampi e lo Spaghettone ai calamari.

Amandus del Villa Lario Resort (Mandello del Lario) Il regno dello chef Luca Mozzanica, che orchestra tutta la proposta gastronomica della struttura, ma dà il meglio di sé nel ristorante fine dining in cui qualità, creatività e genuinità si fondono in piatti eleganti e ricercati come il Salmerino marinato, acqua di rapa rossa alla brace, fragola fermentata. Se siete fiduciosi e curiosi optate per il menu a mano libera.

Mistral del Grand HotelVilla Serbelloni (Bellagio) Nella località più esclusiva e nella dimora più nobile del lago di Como, un ristorante mozzafiato dove agisce Ettore Bocchia, colui che ha portato la cucina molecolare in Italia. Ma non pensate ad artifici e gestualità istrioniche, le tecniche sopraffine sono utilizzate per tirare fuori il meglio da ingredienti sublimi e inconsueti. Il Rombo selvatico cotto nello zucchero ha scritto una pagina importante della gastronomia italiana. Servizio con alcune chicche come le linguine all'astice al carrello, il wine tonging e il caffè alla coccumella.

Passalacqua (Moltrasio) Un hotel in villa che pochi anni fa vinse la classifica 50 Best Hotels come migliore struttura ricettiva del mondo.

E una cucina familiare ma opulenta, con pensieri e sapori forti orchestrati dalla bravissima Viviana Varese, già stellata a Milano e donna dalla forza e dalla simpatia travolgenti. La Pasta mista con patate con pesto di pistacchio, basilico e pecorino è semplicemente indimenticabile.

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