Ramy, carabinieri e politici uniti per chi difende lo Stato

Dopo i fatti del Corvetto, al convegno Usic Lombardia ci si batte per tutelare i diritti delle forze dell'ordine

Ramy, carabinieri e politici uniti per chi difende lo Stato
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Il caso Ramy e il decreto sicurezza al centro di "Difendere chi difende lo Stato, il caso Milano come laboratorio nazionale", primo convegno di Usic Lombardia (Unione Sindacale Italiana Carabinieri, oltre 14mila iscritti) organizzato sabato alla Biblioteca Internazionale di Brera. Due ore e mezzo in cui istituzioni e politica, magistratura, amministratori e naturalmente anche gli stessi operatori delle forze dell'ordine e i loro sindacalisti si sono confrontati su diritti e tutele per i loro colleghi. Tutto questo prendendo spunto dalla cronaca locale. La Procura di Milano il 3 luglio scorso infatti ha chiuso le indagini sull'incidente nel quale ha perso la vita Ramy Elgaml, il 19enne morto a novembre durante la fuga dai carabinieri con la moto guidata dal suo amico tunisino Fares Bouzidi, 22 anni. Sia per Fares che per il militare che quella notte era al volante della "Gazzella" si profila ora la richiesta di rinvio a giudizio per la morte di Ramy. Secondo i pm Giancarla Serafini e Marco Cirigliano sia il tunisino che il militare hanno avuto responsabilità nell'incidente. Ma mentre l'omicidio stradale contestato a Bouzidi è aggravato da una serie di violazioni al codice della strada - era senza patente e guidava sotto l'effetto di sostanze stupefacenti - il capo d'imputazione per il carabiniere è invece un omicidio stradale "semplice" che contesta imprudenza e imperizia: i pm hanno messo in luce la distanza "inidonea" del militare, ovvero troppo vicino alla moto, e anche la "lunga durata dell'inseguimento".

All'attenzione della platea l'altro ieri dati significativi, quelli del Rapporto Asaps 2023 (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale) che parla di 2.685 aggressioni contro operatori di polizia (oltre 7 al giorno), soffermandosi sul profilo degli aggressori (36.7% stranieri, 28% in stato di ebbrezza, 15.6 con armi, proprie o improprie)

"I nostri colleghi operano in mezzo alla strada, dietro ogni divisa c'è una persona che va incontro a tante situazioni difficili: dobbiamo impegnarci tutti affinché possano lavorare in un clima sereno" esordisce Salvatore Garufi, segretario generale Usic Lombardia, presentando il suo segretario nazionale, Antonio Tarallo. Che ha fatto notare: "Oggi abbiamo voluto dare voce senza urlare a chi ci difende. Dal primo gennaio di quest'anno al 31 agosto abbiamo avuto 1558 carabinieri feriti, il 9.6% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: a livello nazionale il problema si evidenzia sempre più. In tutto il 2024 erano stati 2.112".

In platea e tra i relatori anche il comandante della Legione Carabinieri Lombardia generale Giuseppe de Riggi, il sostituto procuratore della Dda di Milano Francesco De Tommasi, ma anche il senatore Sandro Sisler (FdI), il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni (Lega) e Riccardo De Corato (FdI) vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del

Consiglio e interni.

E mentre Sisler giudica "gravissime" le parole del sindaco Sala dopo la vicenda di Ramy Elgaml, De Corato dichiara che il decreto sicurezza del governo Meloni è il primo "che tutela le forze dell'ordine".

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