Randagi: per proteggerli ecco la legge

Laura Sonzogni

Pochi giorni, giusto il tempo di accorgersi che la gioia incontenibile nel rivedere il suo padrone può giocare brutti scherzi al tenero batuffolo di pelo, senza il minimo rispetto per il tappeto persiano del salotto. Tanto basta perché il ricordo di una bella serata passata alla fiera o al luna park si trasformi in un peso di cui liberarsi in fretta. Ma cani e gatti non sono un gadget di cui spesso ci si stufa in fretta e a ribadirlo con forza ora c’è anche una legge della Regione Lombardia sulla «lotta al randagismo e tutela degli animali d’affezione». Tra i punti contenuti nel provvedimento, anche il divieto di usare gli amici a quattro zampe come premio per giochi e lotterie.
La legge, che prevede norme repressive contro ogni tipo di maltrattamento, si preoccupa di tutelare gli animali in stato di abbandono: i Comuni dovranno occuparsi del risanamento dei canili e gli animali ospitati nei ricoveri non potranno essere sottoposti a nessun tipo di sperimentazione. Le Province saranno invece responsabili del controllo demografico della popolazione animale e della prevenzione del randagismo, aiutate in questo anche dall’istituzione presso le Asl dell’anagrafe canina e felina. La vita dell’animale, anche se randagio, va sempre protetta.

L’eutanasia, infatti, è autorizzata solo per animali gravemente malati o di comprovata pericolosità. Dalla tutela sono esclusi gli animali selvaggi ed esotici. Niente da fare neppure per il pesciolino rosso, che i bambini potranno ancora reclamare come trofeo per la vittoria contro l’esercito dei palloncini rossi.

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