Roma

Ranieri arriva e dà la scossa: «Meno belli ma più pratici»

Il nome di Ranieri sulla panchina ricorreva spesso nei pensieri di Franco Sensi. «Oggi sono felice di poter seguire un suo consiglio», l’esordio di Rosella nel giorno in cui il tecnico testaccino compare a Trigoria come nuovo allenatore della Roma. Il titolo in Borsa scende, una frangia del tifo contesta la Sensi («se ne vanno i giocatori, se ne vanno gli allenatori, ma tu quanno te ne vai?», la scritta di ieri sui muri del centro sportivo Fulvio Bernardini), Unicredit torna a far pressing sul presidente giallorosso per il debito di Italpetroli. Tutto nel primo giorno di Ranieri a Trigoria, che riscopre il motto «La Roma non si discute, si ama» e lancia il suo: «Meno belli, più pratici». «La squadra di Spalletti aveva un gioco spumeggiante, la mia filosofia è un po’ diversa, io porterò a questa squadra il mio pragmatismo - così Ranieri -. Quello che serve di certo è una scossa, quindici mesi fa era a 30 minuti dallo scudetto... Forse i ragazzi hanno perso un po’ di convinzione, ma il campionato è ancora tutto da giocare».
La scossa, Ranieri, prova a darla già nei suoi primi allenamenti, durante i quali le sue urla di incitamento ai giocatori si sentono anche al di fuori di Trigoria. «Negli ultimi quattro anni questa squadra ha fatto cose importanti - ha aggiunto Ranieri - facendo vedere un calcio tra i più belli d’Europa con Barcellona e Arsenal. Ero orgoglioso da romano di vederla giocare, all’estero siamo tacciati di catenaccio. Ora deve ripartire». E a chi gli chiede sotto quali club si trovi la Roma a livello tecnico, lui risponde: «Io non gioco con le figurine, devo portare fatti. Datemi solo un po’ di tempo. L’anno scorso la squadra ha avuto infortuni che l’hanno limitata, farò del mio meglio per riportarla ai livelli di prima». C’è grande curiosità per il ritorno dell’allenatore testaccino. «Due giorni fa pensavo a tutto, tranne che alla Roma - ha sottolineato -. Io ho giocato qui nel 1969, sono andato via 35 anni fa per farmi le ossa. E mi sono fatto vecchio... Sono romano e romanista, sono un tifoso ma sono soprattutto l’allenatore. Dicono che sono un’aziendalista, io rispondo che sposo il progetto del club: se firmo, é perchè mi sta bene. Rivincite sulla Juve? Certo, l’avventura in bianconero mi ha segnato, ma non c’è rivalsa. Sono sempre lo stesso con più esperienza».
A Ranieri la Roma ha garantito un accordo biennale di sei milioni lordi (2,3 in questa stagione, 3,7 per la prossima) più i premi per il raggiungimento di obiettivi. Il suo staff sarà composto dal secondo Christian Damiano, dall’allenatore dei portieri Giorgio Pellizzaro, il preparatore atletico Riccardo Capanna e il collaboratore tecnico Paolo Benetti. E forse potrebbe entrare nella squadra anche Paolo Bertelli, uno dei collaboratori di Spalletti, che aveva lavorato con Ranieri alla Fiorentina.
Da oggi il tecnico, che ha già fatto un discorso al gruppo, inizierà a parlare con ogni giocatore. Primo fra tutti, Francesco Totti. «Da lui mi aspetto che faccia il Totti - ha detto ieri Ranieri -. È un giocatore immenso, un punto di riferimento importante per la società e per l’allenatore, dò grande considerazione al mio capitano e mi aspetto molto da lui». Lo disse anche di Del Piero alla Juve, poi il loro rapporto si deteriorò e tutti sanno come é andata a finire. Ranieri di avere una rosa valida anche se per ammissione della Sensi, nell’ultimo mercato, non sono stati centrati tutti gli obiettivi stabiliti. «Fatemela toccare con mano, ha perso poco - l’opinione del tecnico -. Ha perso Aquilani che avrei voluto anni fa al Chelsea. Siamo questi e dobbiamo essere completi. Abbiamo delle pecche, dobbiamo essere bravi a non farle vedere. I Paperoni nel calcio sono sempre meno, vengo da una società che aveva perso campioni ma che è riuscita a far quadrare i conti. Ci sono difficoltà ovunque, in Inghilterra ci sono magnati stranieri, russi e arabi, che possono investire.

Noi italiani dobbiamo essere più scaltri e intelligenti, dobbiamo far quadrare i conti e andare avanti».

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