Le lacrime di capitan Totti («abbiamo fatto il possibile...») seduto sul prato del Bentegodi riempito da 18mila tifosi giallorossi fanno il paio con quelle di Mexes nel dopo Roma-Sampdoria del 25 aprile. Forse quella sera i romanisti capirono che il sogno scudetto stava sfumando. «Abbiamo pagato quel quarto d’ora di amnesia con i blucerchiati...», la spiegazione di Perrotta, emozionato da questo finale al fotofinish.
Eppure ieri per 36 minuti, il tempo trascorso tra il gol di Vucinic (ancora lui!) a Verona e quello di Milito a Siena, il tricolore è finito tra le mani di Ranieri e della sua truppa. Ma non c’è nessun rimpianto, solo un pizzico di amarezza per quel miracolo sfiorato a fronte di un campionato esaltante. «I nerazzurri dovevano vincere il torneo, ma la vera protagonista è stata la Roma - così il tecnico giallorosso -. Non posso che ringraziare i miei ragazzi, volevo che lottassero fino all’ultimo e arrivassero a 80 punti. Ventiquattro partite senza perdere è un cammino incredibile, non dimentichiamoci che c’erano state contestazioni, c’erano giocatori che non andavano per cui piano piano si è ricreato un ambiente positivo. Prima abbiamo ricominciato a camminare, poi a correre, infine a volare».
I veleni della finale di Coppa Italia sembrano lontani, come lontano è quel 18 maggio del 2008, quando il duello a distanza tra giallorossi e nerazzurri finì allo stesso modo. Così in casa Roma si utilizza il fair play coi vincitori. «Faccio i complimenti a Moratti, anzi gli auguro di poter bissare il successo in Champions League», il beau geste di Ranieri. Che in diretta tv, pur ricordando di essere tifoso romanista, snocciola tutti i nomi dell’undici della grande Inter degli anni ’60 con il patron nerazzurro all’ascolto. E nel giorno dello chapeau agli avversari, Ranieri parla anche di Mourinho con il quale ha condotto nelle ultime settimane un aspro duello verbale: «Se dovesse andar via, mi mancherebbe di sicuro. Sta migliorando: prima mi offendeva mentre ora fa citazioni letterarie...», in riferimento alla citazione di Sartre.
Due anni fa Ranieri non c’era e tra i più arrabbiati per l’esito di quel campionato risultò Daniele De Rossi, che ieri sul campo del Chievo aveva sigillato l’inutile successo col missile del 2-0. Quel titolo finito a Milano non gli andò giù per i presunti torti arbitrali subiti (gli «aiutoni» più volte ricordati dal romanista). Stavolta fa i complimenti all’Inter. «Sono una corazzata e lo hanno dimostrato in tutte e tre le competizioni. C’è una bella differenza rispetto al titolo del 2008, penso di essere una persona molto obiettiva e quest’anno è stata una vittoria meritata. Anzi, se i nerazzurri fossero usciti prima in Champions, forse avrebbero vinto il campionato in anticipo. Ma alla fine le squadre si sono equivalse, ci divide solo un pareggio.
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