TorinoBambino viziato. Chi? David Trezeguet. Parola di Claudio Ranieri, ovvero il suo allenatore. Ieri stizzito, per non dire altro. Piccolo riassunto: il giorno dopo essere stato sostituito al 78' del match contro il Chelsea, il francese si era sfogato dalle colonne de L'Equipe dicendo di «non avere capito il cambio. Stavamo vincendo 2-1 e ci mancava un solo gol per passare il turno. Sono deluso. Forse bisognava cambiare qualcosa tatticamente e mettere un attaccante in più. L'allenatore non ha voluto: peccato, per me e per la squadra. Staremo a vedere quel che succederà l'anno prossimo».
Ranieri non l'ha presa bene e, appena arrivato nella sala conferenze con una faccia da Mourinho, ha attaccato a testa bassa: «Certi argomenti si affrontano nel chiuso degli spogliatoi. In linea teorica Trezeguet potrebbe anche avere ragione, ma quando ho effettuato il cambio stavamo giocando in nove contro undici. Oltre a Chiellini, espulso, mancava proprio lui: aveva toccato sei palloni nel primo tempo e sei nel secondo. Avevo bisogno di Amauri, che è il nostro capocannoniere stagionale e che ha caratteristiche diverse da quella di David visto che è uno che corre per la causa».
Avrebbe potuto anche fermarsi qui, Ranieri. Invece no: «Il giocatore a me non ha detto nulla, quindi ci parliamo tramite i giornali. E allora dico che Trezeguet è contento quando gioca e fa gol, altrimenti no. Finora aveva segnato a Palermo, anche se in modo fortunoso: lo stavo riportando in condizione e gli ho fatto giocare ottanta minuti della partita più importante della stagione, avrebbe dovuto essere strafelice. E' un addio? Non credo. Aveva fatto lo stesso anche dopo l'ultima partita di serie B, poi il tutto è rientrato. Il futuro dipende da lui: noi stiamo cercando di ricostruire e non è facile. Abbiamo bisogno di giocatori che si assumano questo compito: lui lo ha fatto in serie B e non solo, ma dobbiamo capire se è ancora su quella lunghezza d'onda. Non rimpiango comunque di averlo schierato titolare contro il Chelsea. Anche per questo, mi sento tradito: dall'uomo e non dal giocatore, il che è peggio. Aggiungo che all'estero certe cose non succedono: quando Ferguson richiama in panchina o non fa giocare gente come Scholes e Giggs, questi accettano le decisioni del loro allenatore e basta».
Trezeguet no, evidentemente. E comunque la giornata non è finita lì. Perché l'attaccante, non convocato per il match di stasera contro il Bologna «a causa di un affaticamento muscolare - aveva spiegato Ranieri - anche se gli esami risultano tutti negativi», ha poi replicato nel parcheggio di Vinovo: «La decisione di non convocarmi è stata preso dallo staff medico e da quello tecnico. Io non ho segnalato proprio nulla: Ranieri lo conoscete meglio voi di me». Più che al litigio, siamo ai pugni in faccia: una multa (salatissima) è scontata, il resto si vedrà.
Certo, la storia d'amore tra Trezeguet e la Juventus è stata costellata anche da ricche tensioni: con Moggi che non voleva concedergli un aumento di stipendio, ma anche con l'attuale amministratore delegato Blanc. La querelle con Big Luciano venne risolta da Fabio Capello il quale, appena arrivato a Torino, telefonò al francese garantendogli che avrebbe ottenuto quanto desiderato e stoppandone così la probabile partenza verso Barcellona. Quella con Blanc è datata giugno 2007, al termine della stagione passata in serie B.
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