Ranieri: «Se qualcuno sbaglia, per lo scudetto ci siamo anche noi»

RomaUn tabù da sconfiggere (Cagliari) con una freccia in più nel carniere (Borriello), ma con tante assenze importanti (tra cui Vucinic e Taddei - non rischiati per acciacchi vari in vista della Champions - oltre ai già degenti Riise e Adriano). E se alla vigilia della gara con il Cesena, archiviata con un mezzo passo falso, Claudio Ranieri si era già liberato del ruolo di anti-Inter, ieri è stato ancora più chiaro. «Lotteremo per la Uefa e per la Champions, poi se qualcuno sbaglia, ovvero l’Inter e il Milan che ha colmato il gap con Ibra e Robinho, noi saremo là», tiene i piedi per terra con la consueta solarità l’allenatore della Roma. Più realista del re, tentando di sopire i consueti ardori del tifo giallorosso.
E se Borriello è stato un bel regalo della società («con lui facciamo un bel passo in avanti, mi ha stupito la facilità con cui si è inserito nel gruppo»), Ranieri pensa però alle amnesie difensive. «Con il Cesena mi ha preoccupato il numero di volte in cui gli avversari sono arrivati davanti al nostro portiere più che i nostri gol falliti. E dobbiamo diminuire il numero di gol incassati».
Il ritorno di Burdisso sembra una garanzia in questo senso, anche se Cagliari «non è certo un campo amico», ma intanto servirà per supplire all’assenza di Mexes (problemi al polpaccio). Il francese ha mandato messaggi poco concilianti dal ritiro dei Bleus («se non gioco farò le mie considerazioni...»), beccandosi la risposta di Ranieri: «I giocatori vengono redarguiti se fanno certe dichiarazioni. Anche se superano la frontiera, non è che diventano figli dei fiori, sono sempre stipendiati dalla Roma». Assente Riise, esordio per Castellini.


Borriello si dice in gran forma («sono contento per l’esordio con il capitano», ha detto ieri), Totti è pronto a supportarlo non dimenticando che ha segnato già 12 gol ai sardi, 4 al Sant’Elia. «Lui si sente bene, l’importante è che non subisca colpi assassini, sarà sempre il solito Totti», assicura Ranieri. «È un simbolo del calcio italiano», l’elogio di Bisoli, tecnico del Cagliari.

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