"Rate, speculazione, danni ambientali. Ecco perché la delibera è inaccettabile"

Il capogruppo Fi Luca Bernardo: "E i rischi legali ricadono sull'aula"

"Rate, speculazione, danni ambientali. Ecco perché la delibera è inaccettabile"
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Luca Bernardo, capogruppo di Forza Italia, ha analizzato a fondo la delibera sulla vendita di San Siro che approda oggi in Consiglio. Ha deciso come schierarsi?

"Siamo tutti d'accordo sulla necessità di una riqualificazione dell'area San Siro e di uno stadio moderno, tuttavia, dopo aver visionato e approfondito il testo presentato dalla giunta, oggi posso dirmi contrario al progetto per motivi sostanziali, per la modalità con cui è stato formulato e delineato. Potrebbero ricadere sul Consiglio delle responsabilità a vario titolo. Il fatto che non sia concesso apportare correzioni e migliorie alla delibera la rende inaccettabile".

Questo si tradurrà con un voto contro o Fi sta valutando con gli alleati anche le opzioni dell'astensione o uscita dall'aula?

"É ancora in corso una valutazione".

Quali sono i principali motivi che rendono la delibera "inaccettabile"?

"Intanto, sembra un'incongruenza che se il Pgt riteneva lo stadio un servizio indispensabile, lo si voglia demolire senza averlo prima dichiarato inagibile visto che non ha i requisiti di sicurezza e accessibilità. E la Grande Funzione Urbana non è nata per demolire lo stadio e farne uno nuovo, ma è emersa solo dopo l'approvazione del Pgt nel 2019. Eppure oggi la progettazione si basa solo su un'impostazione privata e speculativa. E il Consiglio comunale rischia di non essere coinvolto, lasciando che le decisioni passino solo attraverso convenzioni quadro approvate dalla Giunta, è irrispettoso".

C'è una compartecipazione alle spese ("sconto") di 22 milioni. Cosa ne pensa?

"Mi chiedo perchè il Comune dovrebbe pagare le bonifiche se si costruisce non solo lo stadio ma anche altri spazi a destinazione privata. E restano poco chiari gli extraoneri concordati, le modalità di intervento nei quartieri limitrofi e le ragioni per cui non si sia scelto di tassare gli utili delle funzioni urbane".

I comitati contestano i danni ambientali dell'operazione, hanno ragione?

"Condivido le preoccupazioni, demolire il Meazza provocherà un danno rilevante e non è stato previsto un eventuale recupero e riuso dei materiali".

Tra l'altro i club verseranno 73 milioni subito e il resto "a rate". La convince?

"É rischiosa: il pagamento deve avvenire interamente al momento del rogito. E il prezzo determinato dall'Agenzia delle Entrate pari a 197 milioni corrisponde al minimo valore dell'area: se si trattasse di un operatore privato la richiesta sarebbe stata certamente più alta. Ripeto che la delibera presenta troppi punti critici, dal rischio di contenziosi alla mancanza di trasparenza sulle modalità di sviluppo urbanistico all'assenza di una reale strategia di sostenibilità. Posso porre io una domanda?".

Prego.

"Siamo proprio sicuri di voler abbattere il vecchio San Siro? É veramente necessaria? Ci sono dubbi persino sulla datazione storica del vincolo".

Se salta il piano, Milano rischia di perdere il calcio, non è preoccupato?

"Se la giunta avesse messo in atto una gestione manageriale della vicenda si sarebbe potuto dialogare con i club per sciogliere il nodo del presunto termine del 30 settembre. In quel caso la discussione sarebbe ancora aperta".

Fi aveva offerto un Patto per la città su stadio e Salva Milano. Avete avuto contatti con Sala? Si aspettava una reazione diversa da giunta e Pd?

"Non c'è

stata una riunione di gruppo con Fi, solo contatti individuali. La reazione del Pd non mi stupisce, conoscendo la maggioranza. Si auspicherebbe però, per il bene comune, un atteggiamento partecipativo e non monodirezionale"

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