Rebecchi, ovvero la dolce ospitalità della Toscana

Massimo Rebecchi, lanciatosi nella moda a soli 20 anni, ha un percorso creativo con una storia ormai trentennale ed oggi la sua griffe trova spazio in ogni parte del mondo, con collezioni dalla forte innovazione tecnologica e con la massima espressione della sartoria italiana.
LA CASA. «Credo sia ormai per me il luogo più ambito, date le tante ore che il lavoro mi obbliga a restarne fuori. Un luogo dunque soprattutto di affetti ma nello stesso tempo sul piano reale il sito della semplicità: pensi che assieme alla passione per un design essenziale e la massima funzionalità utilizzo sempre per il suo arredo materiali e vernici ecologiche. Semplicità al punto tale che le finestre non hanno tende».
LO STILE. «Una classica modernità direpuff giallo o arancio che vengono dal Marocco, un paisley shawls dal sapore Victorian British buttato sul divano,un grande vaso orientale».
ARTE E CUCINA. «È un poco diffusa in tutta la casa ma l'esempio più eclatante sono delle sculture di Giancarlo Sangregorio in pietra e legno incastonate tra loro che ricordano gli alberi trascinati da un fiume. Se il luogo di rifugio è il giardino, data la mitezza del clima dove sorge la casa, la cucina rappresenta quello della cordialità, perché gli amici sono tanti e si accontentano di piatti della tradizione toscana, dove regnano pane e pomodoro».
IL DESIGN. «Se mi chiede se ho ideato alcuni mobili le confesso che dalla mia matita è uscita una grande libreria, davvero colma di libri, di ogni materia, fino agli immancabili materiali tradizionali che integrano con quelli attuali come l'acciaio e il cristallo.

Certamente nel contesto c'è sempre qualche dettaglio glamour o etnico, come un i testi sui tessuti e sui colori. Una casa senza grandi pezzi quindi ma certamente un piacevole collage di memorie, tutte cariche di eguale senso affettivo».

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