Enza Colagrosso
Il «palazzo di vetro» di Marrazzo ha i vetri sempre meno trasparenti... Lo dimostra, tra laltro, la modalità di assegnazione dei nuovi incarichi regionali. «Voci di popolo» danno per imminente, ad esempio, la nomina di un nuovo commissario che dovrà prendere la guida dellagenzia Lazio Lavoro. «Perché un nuovo commissario e non un direttore?», ci si può chiedere? Forse perché questa semplice e veloce scorciatoia di sostituzione (lagenzia oggi è già controllata da un commissario) passa esclusivamente tra le mani del presidente e appare sicuramente più sbrigativa dellapplicazione della procedura concorsuale. La nomina del nuovo commissario avrebbe potuto sollevare solo delle perplessità se poi, per un momento, lo sguardo non si fosse fermato sulle reali caratteristiche professionali del candidato individuato. Luomo prescelto infatti, dovrebbe essere Clemente Ruggiero, già consigliere regionale Udeur nella passata legislatura, uomo forse di indubbia esperienza politica ma sicuramente neofita nel gestire unAgenzia del lavoro. Unagenzia come questa dovrebbe, infatti, assicurare lassistenza tecnica a tutti i soggetti competenti in materia di servizi per limpiego, politiche per il lavoro e la formazione. Ora sembrerebbe troppo semplice voler dar retta alle voci che si sentono su questa probabile nomina e cioè che il vero requisito di Ruggiero sia quello di essere risultato tra i non eletti, nella lista Marrazzo, solo per una manciata di voti. La domanda è: la situazione è quella che appare, e cioè la solita «sistemazione» dei non eletti? Contro questo modo di procedere siamo stati però abituati a vedere la sinistra combattere battaglie contro la giunta Storace.
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