Dove hanno imparato l'arte di navigare quei capitani marittimi di Camogli, abili nel destreggiarsi tra marosi e tempeste al comando dei mitici brigantini a palo? Capitani e armatori che, con le loro prodezze, conquistarono la fiducia del Primo Ministro Camillo Cavour nella guerra di Crimea? E quei lupi di mare che, con il commercio nelle città del Mediterraneo, resero bella e famosa la città di Camogli? La risposta che ci sorge spontanea è: «Al Nautico di Camogli», se non fosse che il celebre istituto di cui ogni marittimo va particolarmente fiero, è stato fondato solo nel 1875, quando ormai, siamo alla fine della coraggiosa navigazione a vela!
«Questi quesiti sono stati sempre un mio pensiero, una curiosità che si è esaudita proprio in questi giorni - spiega il comandante Bruno Sacella, direttore del Museo Marinaro di Camogli. - Infatti riordinando i libri che sono tra gli scaffali del museo, abbiamo trovato una busta contenente i documenti che dimostrano l'esistenza della Scuola nautica a Recco!!». Ma qui nasce un altro quesito: perché a Camogli non si è mai parlato della scuola recchese? «Si cita lefficienza dei cantieri recchesi dove si costruivano velieri che ben hanno resistito ai marosi degli oceani, si parla della costruzione di cavi di canapa, dei bozzelli, dellindotto formato da piccoli artigiani delle valli limitrofe, ma della scuola nautica nessuno ne ha mai voluto parlare». Spiega Sacella. Forse il marcato campanilismo tra le due cittadine, divise su tutto, dalla gastronomia allo sport, così noi supponiamo, ha sempre nascosto lesistenza dellistituto? Ancor oggi, quando si chiedono notizie sulla scuola nautica recchese, abbiamo trovato secche smentite, seguite da critiche e maldicenze nei confronti di Recco. «Gio Bono Ferrari, creatore del Museo marinaro di Camogli, cultore della Storia della Marina Velica Ligure, tra le pagine del suo terzo libro della Trilogia della vela, dichiara che esisteva un istituto nautico a Recco - spiega il Direttore - dove più di 500 ufficiali marittimi camogliesi, hanno studiato e imparavano larte di solcare i mari sfruttando la forza del vento, delle correnti e si orizzontavano con la scienza dell'astronomia e della matematica. Devo anche dire che Ferrari era scrupoloso, prima di pubblicare una notizia, la verificava e trovava sempre riscontri e prove».
Per non incappare nelle polemiche campanilistiche citiamo varie righe della descrizione di Ferrari: «Affiancato ai cantieri navali e con una quasi correlazione con gli stessi, perché morì proprio quando i cantieri si chiusero, va ricordato - il glorioso istituto nautico di Recco, dal quale si calcola siano usciti più di 500 capitani di mare camogliesi, 150 di Recco,40 di Sori, 8 della Pieve, 30 di Bogliasco e quasi un centinaio di Nervi». Ricorda il comandante Sacella che agli inizi dell800, i mezzi di trasporto locali erano scarsi, per i più agiati cera il tranvai a cavallo, ma la popolazione si affidava alle proprie forze, cioè camminava a piedi.
I professori erano a conoscenza di questi disagi e per questo i ragazzi delle località di Camogli e San Rocco avevano la precedenza sulle interrogazioni per poi intraprendere la via del ritorno. Sempre tra le pagine scritte da Gio Bono Ferrari troviamo: «Della scuola nautica di Recco ne fu preside e grande maestro di navigazione, lillustre camogliese professor Capitano Lazzaro Bertolotto; il maestro di Astronomia era il professor Bono Antonino; di lingue Bolognini Damiani; di Diritto l'avvocato Giuseppe Petrucci e di matematica e di altre materie, i professori Felice Contesso fu Giuseppe e Ferrari Federico di Federico. Così fino al 1875. Poi le sue aule - dove illustri professori avevano contribuito allinnalzamento morale di tanti figli del popolo - si chiusero per sempre, proprio nei giorni in cui scendeva in mare lAlberigo Gentile, l'ultimo grande bastimento costruito nei gloriosi cantieri di Recco».
A conferma di questa tesi, recentemente, Margherita Gasparini, studentessa di Storia Moderna dellUniversità di Genova, presente nel Museo marinaro per un tirocinio di studi, riordinando e catalogando un insieme di volumi che vanno dall'anno 1569 ai giorni nostri, trova una busta con N° 20 documenti riguardante la scuola nautica di Recco degli anni 1872/73; tra i molti fascicoli trova 13 Circolari ministeriali datate dal 1871 al 1874 intestate: Regno d'Italia - Ministro di Agricoltura Industria e Commercio. Altri documenti riportano l'esito degli esami orali sostenuti da 24 allievi, tutti promossi con una votazione tra 6/10 e 9/10. Il documento riporta il timbro a secco «Scuola Nautica di Recco, in data 6,7,8,9 luglio 1873» (ma questa data non compare con chiarezza).
«Insomma sono state trovate le prove dellistituto nautico di Recco. - dice il Direttore Sacella- C'è anche una nota curiosa per uno studente che aveva ottenuto la sola sufficienza, cioè 6/10 viene stilata a pié pagina la nota: «Con raccomandazione speciale di studiare il Diritto». Tutti i documenti sono scritti a mano; le circolari da scritturali con ottima calligrafia, firmati in autografo dal Ministro dell'agricoltura e commercio Castagnola; i documenti interni dal preside o da qualche professore con calligrafia corrente ma ben leggibile. Per confermare lelevato livello tecnico e scientifico dellistituto, tra i documenti si sono trovati temi di astronomia e di navigazione, preparati per gli esami di maturità sia per i capitani di Gran Cabotaggio che di Lungo Corso, a dimostrazione di come il ministero avesse a cuore l'istruzione e quale fosse il grado di difficoltà e l'avanzato livello di istruzione. Vi è inoltre una lettera scritta al padre, da un allievo, con numerosi errori di ortografia». Purtroppo, molti dei tanti capitani diplomatisi a Recco e poi a Camogli hanno sempre avuto difficoltà nelle materie umanistiche. Per confermare le lacune grammaticali riportiamo vari brani di una Circolare Ministeriale datata 13 gennaio 1871 a firma del ministro Castagna: «Gli esami di lettere ordinati per la prima volta negli Istituti di Marineria e nelle scuole nautiche dalla Giunta Esaminatrice centrale, diedero risultati affatto deplorevoli. Essi dimostrano quel che del resto si prevedeva, cioè come la gente di mare, si applichi quasi esclusivamente alla parte pratica dell'istruzione marittima, senza curarsi gran fatto dei primi rudimenti delle scolastiche discipline letterarie».
La circolare continua su questo tono per quattro pagine; ma rendendosi conto che l'alto numero dei respinti avrebbe privato la Marina Mercantile e molti armatori di nuove forze lavoro, il Ministero conclude dicendo che in considerazione di ciò, per gli alunni che hanno fallito sia nella sezione estiva che quella autunnale, è prevista una prova speciale. L'esperimento avrà luogo il primo marzo alla presenza del Delegato del Ministero della Marina.
«Nella mia carriera - spiega il comandante - ho trovato ufficiali bravi e coraggiosi, a volte era a rischio la vita dell'equipaggio, dei passeggeri, ma tutto si risolveva con destrezza e abilità; quando però, si chiedeva agli ufficiali di scrivere una relazione sullo scampato naufragio, luso della grammatica e della sintassi lasciavano a desiderare».
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