di Tony Damascelli
La Juventus perde. Forse non è più una notizia. La Juventus è ottava in classifica, questa è una notizia più seria. Ma stavolta non è colpa di Delneri e nemmeno di Marotta, stavolta Emidio Morganti tornerà ad Ascoli Piceno con qualche dubbio che per il resto del popolo di Palermo-Juventus è una certezza: un rigore macroscopico, da manuale, non visto per miopia, incapacità, mi fermo qui. Un altro episodio in area di rigore siciliana ma è inutile aggiungere carbone nero a un arbitro a fine carriera, anzi in campo per deroga. Lo stesso arbitro che aveva annullato il gol regolarissimo realizzato di testa da Luca Toni a Napoli. La Juventus paga ancora le sue storie e scorie antiche e comunque recenti, è inutile cercare altre spiegazioni, così come il trattamento nei confronti di Krasic, anchegli con un sospeso eterno da pagare.
Fatta la premessa la sconfitta bianconera va ad aumentare il deficit della squadra, la classifica si allunga, la posizione utile per un posto in coppa, champions o euroleague, diventa quasi un miraggio, anche il Cagliari si avvicina al punto che sabato i sardi potrebbero agguantare i bianconeri a spostarli al nono posto, prima dellimpegno contro lInter.
È una stagione maledetta, è una stagione da dimenticare. Non cè altro per questa società sullorlo di una crisi di nervi, con un evidente conflitto, tenuto sottotraccia, tra i cugini al potere, John Elkann e Andrea Agnelli, il primo per nulla interessato alla vicende della squadra di famiglia, il secondo legato da passione genuina ma in pesante minoranza azionaria. La Juventus operaia è in cassa integrazione, rischia il licenziamento dal calcio che conta. A Palermo ha avuto anche sfortuna, la sua rabbia giustificata non serve a nulla.
La Juve ora è a 13 punti dalla vetta e a 14 dalla retrocessione.
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