Recoba fa saltare il lucchetto dell’Empoli

Ottava vittoria consecutiva in campionato, i toscani non subivano reti in casa da 403 minuti. Crespo segna mentre sta per essere sostituito. Primo tempo noioso, con l’ingresso del Chino la squadra decolla

Riccardo Signori

nostro inviato a Empoli

Otto come le vittorie delle grandi Inter, quelle che hanno fatto storia e fascino. Evidentemente l’otto doveva essere il refrain di giornata: l’Inter che inseguiva l’ottava vittoria consecutiva, 18 il numero di Crespo, 8 quello di Ibrahimovic che, fra l’altro, è nato nell’81, mentre il ’78 è l’anno di nascita di Samuel che ha chiuso la partita con il terzo gol. Otto sono i successi consecutivi dai quali è sempre nato uno scudetto.
Almeno per la statistica, l’Inter è a posto. Per ora lo è anche per la classifica, l’Empoli può confermare: non subiva reti in casa da 403 minuti, nel giro di 26 minuti s’è fatto una bevuta di tre gol e buon che Ibrahimovic ieri non avesse la mira a posto: ha colpito una traversa, a cui ha rimediato Crespo infilando il piede d’oro per rubare e sfruttare quei palloni che, una volta, l’Inter guardava soltanto sfumare. Poi Ibra ci ha riprovato: palo ancora, ma stavolta palla in rete, sesta della sua serie. Infine, giusto poco prima che Samuel facesse spuntare la testolona in area per la terza rete, il corazzato svedese ha usato il piede come una banana matura: il tanto per farsi deviare un tiro che chiamava il gol.
Insomma l’Inter che soffre, certo, ma passa e tracima, ha mandato in frantumi il gran nome che s’era fatta la difesa dell’Empoli: subiti dieci gol in 14 partite e ieri un «meno tre» da metter paura. Che poteva essere anche «meno quattro». Ancora una volta ha vinto l’Inter della gente di classe, con quel pizzico di fortuna che accompagna i predestinati. I nomi degli interpreti di questa puntata? Crespo, Ibrahimovic, Recoba, Stankovic e, leggete bene, Mancini che ormai si gioca le partite con fantasia e astuzia, attenzione e senza la paura di provare marcature a uomo in stile Trap, giusto per non dimenticare il re di tutti loro (allenatori). Pure lo stellone ha messo del suo. Basti ricordare com’è nato il gol di Crespo che, fino allora, ci aveva preso poco ed aveva appena alzato la mano a chiedere il cambio: tirava la coscia e non si fidava. In attesa che Adriano finisse il riscaldamento, ecco crearsi un mischione in area, nel mezzo del quale Ibrahimovic ha messo le ali per colpire di testa e inviare palla sulla traversa: respinta, ed ecco lì il corvaccio argentino, mezzo zoppo ma con il fiuto del killer pronto a colpire ed affondare l’Empoli. Era l’ultima, davvero l’ultima, occasione delle sua partita. Per Crespo è il settimo gol in campionato, uno più pesante dell’altro. E tanto basta per ripensare a Boninsegna: uomo d’area che sbucava senza lasciarti il tempo di pensare e di affidarti a qualche santo protettore.
Ma ormai l’Inter d’attacco è una bella macchina, anche se non sempre tutto fila liscio. Ibrahimovic sta giocando con determinazione e minor nervo teso: talvolta ci prende, talaltra ti lascia intuire giocate che poi non vanno a buon fine. Qualche volta ha bisogno di aiuto ed ieri lo ha trovato in Recoba, entrato dopo 10 minuti della ripresa e sbocciato a nuova vita: deciso, grintoso, veloce, appostato dietro le punte, pronto ad allungare palloni tanto da pescare la crapa di Ibra per il primo gol, e da mandare in confusione Vannucchi, vero assist man per Ibra che poi ha scaricato il pallone in porta. Per tutti ha corso e procurato idee Stankovic: pur essendo in sofferenza fisica. L’Inter ha giocato un tempo noiosetto e senza pescare la porta, se non con tiri mollaccioni. Mancini ha provato una formazione accorta nel primo tempo, inviando Zanetti in marcatura diretta su Vannucchi, l’uomo di miglior ispirazione fra gli avversari. Solari ha provato a rigiocare dietro le punte come a Palermo, ma la mossa non ha funzionato e dopo dieci minuti il tecnico ha rispedito in zona Stankovic.

Poi nella ripresa, perso Grosso per uno stiramento, Mancini ha rimescolato tutto, spostato Zanetti per necessità (e Vannucchi è diventato pericoloso), aggiustato la partita di Cambiasso, sfruttato al meglio Recoba, spostando Stankovic a sinistra e lasciando al Chino la zona del regista avanzato, che potrebbe essere quella di una sua ennesima resurrezione. Se così fosse: più dello scudetto, sarebbe questo il vero miracolo interista.

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