Con la Redgrave amori sofferti ma che barba in quella villa

Il rondone e il sicomoro. Era almeno mezzo secolo che non risuonavano dallo schermo. Un volatile e una pianta, nobilissimi per carità, che certificano quanto Un amore senza tempo sia nato vecchio. Anche se due terzi del film, tratto da un fortunato romanzo, sono ambientati negli anni Cinquanta, quando due innamorati si soffermavano a guardare le stelle, prenotandone una ciascuno, ma poi, lontano da occhi indiscreti, osavano passare la notte insieme in un romantico cottage vicino alla megavilla sul mare. È il ricordo, ancora nitido, di Ann (Vanessa Redgrave) che dal letto dove giace per un tumore, rievoca la passione per il bel dottorino Harris (Patrick Wilson). Lei (Claire Danes) era la damigella di nozze dell’amica del college Lila (Mamie Gummer): poveretta, tutti, ad esclusione dei genitori, sapevano, a cominciare dall’inquieto fratello Buddy (Hugh Dancy), che la promessa sposa spasimava per il medico, figlio della governante di casa, non per l’imminente, grigio marito. Finché il fato non ci metteva lo zampino, rimescolando per bene le carte; nel modo più banale, bisogna aggiungere.
Uno scorre il cast, quasi stellare, e si domanda: e gli altri grandi in cartellone? Semplice. Toni Collette e Natasha Richardson sono le figlie adulte dell’inferma nella fetta di film ai giorni nostri. Dove si affaccia anche Meryl Streep, l’invecchiata Lila di mezzo secolo prima: peccato che sia del ’51, mentre Vanessa Redgrave è del ’37. Eppure l’autore, lo sconosciuto Lajos Koltai, le spaccia come coetanee...

Infine c’è Glenn Close, madre isterica e, se possibile, imbruttita. Al tirar delle somme, magnifica la ricostruzione d’epoca, piagnucoloso e soporifero il resto.

UN AMORE SENZA TEMPO (Usa, 2007) di Lajos Koltai con Claire Danes, Patrick Wilson. 115 minuti

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