Reduci della Rsi «Furono soldati anche per la legge»

Stimatissimo Direttore, condivido la definizione di surreale che hai dato, in una trasmissione radiofonica, della ennesima polemica che sta montando intorno alla proposta di legge dell’on. Gregorio Fontana volta a regolamentare i rapporti con le diverse Associazioni Combattentistiche e d’Arma. Mi sembra una iniziativa utile e soprattutto da tempo attesa da tanti meritori e gloriosi sodalizi di soldati e reduci che hanno onorato la Patria in armi e che ora sopravvivono tra difficoltà di ogni genere. Solo ben noti nostalgici della guerra civile e professionisti della strumentalizzazione antifascista possono gridare allo scandalo adombrando un tentativo di equiparazione fra partigiani e soldati della Rsi. Non conosco i meccanismi della legge ma, se anche così effettivamente fosse, mi sembrerebbe cosa buona e giusta. Faccio, infatti, osservare a quelli che chiacchierano per sentito dire anche su questioni storiche assai delicate che il Tribunale Supremo Militare della Repubblica Italiana, con sentenza n. 747 del 26 aprile 1954, ha riconosciuto lo status di belligeranti ai combattenti della Rsi. Se mai è agli appartenenti alle formazioni partigiane che l’importante sentenza citata non ha attribuito la medesima qualifica in quanto non provvisti di distintivi riconoscibili a distanza né assoggettati a legge penale militare. Se, poi, si dà uno sguardo all’estero si apprenderà che in Spagna vengono corrisposte pensioni di guerra sia ai combattenti franchisti che a quelli repubblicani. Idem in Grecia ed in Francia ove vitalizi sono assegnati sia ai combattenti gollisti che a quelli della Repubblica di Vichy. Precursori gli Stati Uniti d’America che assegnarono pensioni di guerra anche ai reduci confederati dopo la guerra di secessione. Tornando ancora all’Italia si può constatare che pensioni di guerra sono state versate anche a trentini nati nei territori dell’Impero austro-ungarico poi annessi al nostro territorio nazionale dopo la fine della prima guerra mondiale e che, quindi, avevano militato nell’esercito di Francesco Giuseppe.

In un Paese normale, come abbiamo cercato di dimostrare, chiunque abbia servito la propria Patria in onestà di intenti e con onore ha il diritto di essere rispettato. Diversamente è discriminazione, partigianeria ed inciviltà. Grato per la cortese ospitalità, un saluto affettuoso.
*responsabile sicurezza Pdl Liguria

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