Roma - Ecco cosa cambierebbe se la metà più uno degli italiani aventi diritto dovesse recarsi alle urne per votare i tre referendum (è richiesto il quorum) e i sì vincessero. Sempre che il parlamento non faccia prima una nuova legge annullando, di fatto, la consultazione popolare.
Premio di maggioranza Il primo quesito (scheda verde) e il secondo (scheda bianca) affrontano la questione del "premio di maggioranza" alla lista più votata e innalzamento della soglia di sbarramentò. Le attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Tale premio è attribuito su base nazionale alla Camera dei deputati e su base regionale al Senato. Esso è attribuito alla "singola lista" o alla "coalizione di liste" che ottiene il maggior numero di voti.
Il 1 e il 2 quesito, valevoli rispettivamente per la Camera dei deputati e per il Senato, si propongono l'abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste. In caso di esito positivo del referendum, la conseguenza è che il premio di maggioranza viene attribuito alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi. Un secondo effetto del referendum è che abrogando la norma sulle coalizioni verrebbero anche innalzate le soglie di sbarramento.
Sbarramento Per ottenere rappresentanza parlamentare, cioè, le liste debbono comunque raggiungere un consenso del 4% alla Camera e 8% al Senato. In sintesi: la lista più votata ottiene il premio che le assicura la maggioranza dei seggi in palio, le liste minori ottengono comunque una rappresentanza adeguata, purché superino lo sbarramento. All`esito dell`abrogazione resteranno comunque in vigore le norme vigenti relative all`indicazione del «capo della forza politica» (il candidato premier) ed al programma elettorale.
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