Il 12 e il 13 giugno si torna a votare.Questa volta l’appuntamento è con i referendum. Per i milanesi l’impegno sarà doppio e imponente anche il numero delle schede: in tutto nove. Oltre ai quattro referendum abrogativi nazionali (quelli che chiedono se si vuole abolire o no una determinata legge), gli elettori di Milano si troveranno anche a dover decidere su cinque referendum consultivi cittadini. Argomenti: Ecopass, Verde pubblico, parco Expo, Gas serra, riapertura dei Navigli. Nel caso dei referendum cittadini (propositivi) vota «Sì» chi è favorevole alla proposta, «No» chi è contrario». Il quorum per la validità della consultazione è il 30 per cento degli aventi diritto al voto. Nei referendum nazionali ( abrogativi) il meccanismo è l’opposto: vota «Sì» chi è contrario alla legge e vuole cancellarla. Il quorum per i referendum nazionali è del 50% più uno. Il Pdl ha deciso di non dare indicazioni elettorali sui referendum milanesi come su quelli nazionali. Il coordinatore regionale, Mario Mantovani, spiega: «Anche sui referendum cittadini c’è liberta di voto ». La mobilitazione dei Comitati è alta e punta ad avere due testimonial: Letizia Moratti e Giuliano Pisapia, il sindaco uscente e il primo cittadino appena eletto. La Moratti si è detta più volte favorevole ai cinque referendum, nonostante tra Pdl e Lega non siano mancate le perplessità. L’ex assessore ai Trasporti della giunta Moratti, Edoardo Croci, è presidente del Comitato promotore «MilanoSìmuove »,“alleato”del radicale Marco Cappato (segretario) e del verde Enrico Fedrighini (portavoce). I tre hanno riproposto la questione durante una conferenza stampa e hanno poi incontrato il sindaco Pisapia, che ha confermato la disponibilità a sostenere la campagna di informazione. Un atto dovuto. L’articolo 19 del regolamento comunale prevede infatti che Palazzo Marino informi i cittadini «pubblicando inserzioni a pagamento sui principali quotidiani milanesi e facendo apparire spot radiotelevisivi a pagamento sulle principali testate radio e televisive di Milano». Croci insiste sulla trasversalità del tema: «Sono questioni fondamentali per lo sviluppo della città, che non hanno colore politico. Infatti Basilio Rizzo e Milly Moratti si sono detti più volte contrari alla congestion charge (la tassa di circolazione per tutti i veicoli, ndr), come hanno fatto vari esponenti del Pdl. I favorevoli si trovano in tutti gli schieramenti, soprattutto tra gli elettori». Il Pdl è orientato a lasciare libertà di voto. Spiega il capogruppo uscente, Giulio Gallera: «Io non ritirerò quattro schede, perché le ritengo inutili, e voterò “no” all’Ecopass. Sul verde e gli altri quesiti posso dire che noi quelle cose le abbiamo già fatte, per questo li ritengo referendum inutili». L’ex assessore all’Urbanistica, Carlo Masseroli, sfida la nuova giunta e soprattutto l’architetto Stefano Boeri a inserire il contenuto dei referendum nelle varianti al Piano di governo del territorio: «Sono contrario al referendum su Ecopass. Sugli altri temi, tutti condivisibili in linea di massima, dico che la sinistra dovrebbe fare atti amministrativi, dal momento che sono stati votati per questo. Possono intervenire sul Pgt e inserire questi enunciati nel Piano se davvero ci credono. Ma non credo che le proposte dei referendum siano economicamente sostenibili. Spero di sbagliarmi». Il leghista Matteo Salvini spiega che il Carroccio non si è ancora espresso in modo ufficiale: «Prenderemo posizione su ciascun referendum la prossima settimana.
Nel frattempo posso anticipare che voterò no a quello su Ecopass: una follia le tariffe da cinque a dieci euro. Voterò sì alla riapertura dei navigli: era una proposta della Lega! Anche gli altri mi sembrano condivisibili. Ma aspettiamo e vediamo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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