No alla riforma elettorale regionale. Non «senza un preventivo accordo di maggioranza». Stefano Galli, capogruppo della Lega Nord nel consiglio regionale, ferma così il progetto di legge presentato dal Pdl. Una legge di cui è primo firmatario il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale Paolo Valentini e che prevede un listino del presidente ridotto da 16 a 12 componenti e la garanzia di rappresentatività per tutte le province.
Ma senza un preventivo accordo delle segreterie politiche della maggioranza - avverte la Galli- «la Lega Nord è già pronta a presentare centinaia di emendamenti già lunedì in commissione su ciascun progetto di legge, rendendo in pratica impossibile lapprovazione di un nuovo testo in materia elettorale per la Regione Lombardia».
Col testo del Pdl salgono a sei le proposte di riforma avanzate in vista delle Regionali di marzo. Sono in attesa di discussione i progetti di legge avanzati da Lega, Udc, Pd, Italia dei Valori e da alcuni esponenti del Pdl. Le sei proposte approderanno lunedì in commissione Affari istituzionali, dove inizierà il confronto tra maggioranza e opposizione. Lobiettivo - ha detto Valentini - è «di arrivare il più in fretta possibile, e comunque entro la fine di gennaio, a un testo unico e condiviso perché altrimenti non ci sarebbero più i margini per una modifica dellattuale legge». Proprio perché «questa non è una legge che si può approvare a colpi di maggioranza», il capogruppo Pdl si augura che «si possa ottenere il maggior consenso possibile», anche da parte dellopposizione. Oltre al listino del presidente da 12 componenti, il progetto di Valentini, Roberto Alboni e Sveva Dalmasso prevede anche la possibilità di aumentare il numero dei consiglieri regionali oltre gli 80 previsti dallo statuto. In due casi: se una circoscrizione non riesce ad eleggere almeno in consigliere (visto che lo statuto prevede la presenza di almeno un rappresentante per provincia) o se una coalizione ottiene più del 65% dei voti, in modo da garantire la minoranza.
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