La Regione boccia il federalismo fiscale di Prodi

L’economia lombarda continua a tirare, assicura Bankitalia, e procede più spedita della media nazionale. Ma da Roma non arrivano buone notizie sul fronte del federalismo fiscale necessario a un rilancio forte: nonostante l’appello del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il governo ha presentato proposte ritenute molto insoddisfacenti dalla Lombardia e dalle altre Regioni. E rimane alto anche l’allarme infrastrutture. «C’è il pericolo che la ripresa finisca imbottigliata sulla Milano-Brescia» il commento del direttore centrale di Banca d’Italia per la ricerca economica, Salvatore Rossi, che ha sottolineato come la carenza di infrastrutture rimanga uno dei nodi principali che potrebbero frenare l’economia lombarda.
Anche per questo grandi attese politiche sono concentrate sul federalismo fiscale, ritenuto necessario per le grandi opere. Adesso però prevale la delusione, dopo un incontro teso tra le Regioni e il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, in cui il governo ha chiesto ancora tempo fino a sabato per modificare il testo. Un nuovo vertice con le regioni è previsto per lunedì mattina, prima del consiglio dei ministri che dovrebbe varare il federalismo fiscale.
«È un testo pieno di contraddizioni, tenta soluzioni ai problemi che avevamo posto ma senza trovarli» accusa l’assessore regionale al Bilancio, Romano Colozzi (che è anche coordinatore nazionale degli assessori regionali al bilancio). Tra le critiche principali mosse dalle Regioni, una grande genericità della proposta. Colozzi, comunque, mantiene l’ottimismo: «Speriamo nell’estremo tentativo di riscrittura in zona Cesarini che il governo si è impegnato a fare. sarebbe gravissimo gettare la spugna dopo tutto il lavoro fatto in questi anni per far partire il federalismo fiscale».


Tornando al rapporto di Bankitalia, dice che nel 2006 il Pil della Lombardia è salito del 2,3% superando così la media nazionale che ha sfiorato il 2%. E segnali di ulteriore sviluppo arrivano dall’andamento dei primi mesi del 2007. Sono le risposte della politica, però, che continuano a tradire le aspettative.

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