Regione e sindacati: tregua armata

Francesco Bisozzi

Alla fine di un periodo burrascoso il rapporto con Cgil, Cisl e Uil pare essersi incrinato. Ecco perché il presidente della regione Piero Marrazzo è tornato bruscamente sui suoi passi convocando oggi i sindacati per discutere di sanità e precari. Due ferite rimaste aperte troppo a lungo che con l’andare del tempo rischiano solo di peggiorare. Da novembre ormai le tre sigle confederali - ma anche altri sindacati e le forze di opposizione alla Pisana - chiedevano insistentemente di trovare una soluzione comune a questi problemi. Ma il loro appello finora non ha trovato risposta. Anziché aprire il confronto sulle misure da adottare, Marrazzo si è infilato la maglia del solista e facendo di testa sua ha mandato i sindacati su tutte le furie, tanto che ora in molti sono pronti a scommettere che la rottura definitiva sia appena dietro l’angolo. L’esclusione, messa in atto da quello che dovrebbe essere un governo «amico», per la «triplice» è stata particolarmente dolorosa.
A scatenare la tempesta l’atteggiamento furbesco della giunta, che invece di affrontare la situazione ha preferito giocare a palla avvelenata spostando il problema dei precari da un posto all’altro. E così 170 lavoratori interinali sono stati trasferiti dagli assessorati a Lazio Service: una società che, ironia della sorte, conta all’incirca 900 dipendenti quasi tutti a tempo. Ma a rendere il clima ancora più infuocato è stata la scelta del governatore di chiamare i sindacati autonomi a discutere della questione. Un «rospo», quest’ultimo, che Cgil, Cisl e Uil faticheranno a ingoiare.
Sono in molti adesso a criticare il comportamento del governatore. I suoi stessi colleghi di coalizione lo richiamano da tempo a un maggiore gioco di squadra. In particolare per quanto riguarda la voragine dei conti pubblici in cui rischia di finire inghiottita la Regione. Proprio ieri in un’intervista a un quotidiano, il segretario regionale della Margherita, Giorgio Pasetto, gli ha tirato le orecchie invitandolo a confrontarsi sul fronte dell’emergenza finanziaria con le forze della maggioranza. Non dev’essere piaciuto un granché il piano che ha stilato a porte chiuse assieme agli assessori Augusto Battaglia (Sanità) e Luigi Nieri (Bilancio). Al punto che Donato Robilotta, consigliere regionale della Rosa nel Pugno, ha espresso la sua preoccupazione: «Mi auguro che nessun esponente della giunta preferisca l’aumento delle tasse a una cura da cavallo per risanare il deficit sulla sanità. Qui serve un intervento strutturale e di fretta. Non basta riconvertire i posti letto in eccesso ma occorre chiudere gli ospedali inutili e magari pensare a reintrodurre il ticket sui farmaci».
Per rimediare, Marrazzo dovrà fare ricorso a tutto il suo savoir faire. E pensare a distribuire qualche assist piuttosto che provare ad andare in rete esclusivamente da solo.

Sopratutto se gli preme riconquistare la fiducia dei sindacati. Perchè a furia di vedersi sbattere la porta in faccia Cgil, Cisl e Uil ora esitano esattamente come farebbe una moglie che viene tradita dal marito per la prima volta.

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