È finito il tempo dei bluff. Anzi, non avrebbe mai dovuto essere praticato. Certezza perché sulle infrastrutture lombarde non è assolutamente il caso di giocare. Questione di rispetto per chi, pendolare e non, ogni giorno nell’imbuto delle strade lombarde scopre il gap: l’indice di dotazione di infrastrutture delle Lombardia è, infatti, inferiore alla media italiana e diventa ancor più impressionante quando il confronto è con il territorio amministrato dalla Provincia di Milano. No, non è un’esagerazione.
Lo conferma anche la Regione Lombardia, che sul futuro della Tangenziale est esterna milanese (Tem), a tal proposito, lancia un ultimatum a Palazzo Isimbardi: «Noi andiamo avanti per la nostra strada sul bando di gara per la concessionaria della Tem, che contiamo di pubblicare entro fine maggio. Se i vertici della società e Milano Serravalle (azionisti Tem con il 47 per cento del capitale, ndr) continueranno a rallentare le operazioni, allora prenderemo provvedimenti» afferma Raffaele Cattaneo, assessore lombardo alle Infrastrutture.
Sì, avete letto bene: se i vertici di Tem e di Milano Serravalle «continueranno a rallentare le operazioni», la Regione Lombardia «prenderà provvedimenti». Messaggio inequivocabile all’indomani dell’assemblea dei soci di Tem, dove si è ratificata la nomina di Fabio Terragni a presidente della società al posto dell’ulivista Antonio Duva e si è deciso di modificare lo statuto che prevedeva il mandato triennale per i vertici della società ossia i nuovi organi resteranno in carica per un solo esercizio. Come dire: il mandato ai vertici di Tem è a tempo e, quindi, non giova allo sviluppo della società, soprattutto alla vigilia della partecipazione alla gara per la concessione della Tem che Cal (la società affidataria costituita da Anas e Regione Lombardia, ndr) si prepara a lanciare a breve.
Decisioni politiche che hanno sorpreso non poco la Regione Lombardia: «Ci hanno chiesto di aspettare qualche mese per l’indizione del bando di gara, anche se siamo già pronti da gennaio» osserva Cattaneo, mentre dai suoi uffici valutano, a norma Ue, l’inesistenza del diritto di prelazione nella gara vantato da Tem: «Significherebbe dar vita a una gara non vera». Dettaglio non da poco in aggiunta, tra l’altro, ai commenti dei vertici di Tem sul project financing che giudicano non più praticabile per realizzare quel tracciato autostradale lungo poco più di 35 chilometri e che, cronoprogramma alla mano, vede nel 2010 l’inizio dei lavori e nel 2014 la conclusione dell’opera. «Abbiamo fatto le nostre verifiche e noi, invece, consideriamo assolutamente possibile che l’intero asse autostradale venga realizzato in project financing» aggiunge l’assessore Cattaneo, sfogliando le dichiarazioni dei soci di Tem che per la sua costruzione reclamano un contributo pubblico pari a 350 milioni di euro sul totale di circa 1.500 milioni.
Naturalmente, da via Fabio Filzi sperano che nello scenario futuro di Tem ci sia un passo indietro del nuovo board, «si ravveda e ritorni al progetto iniziale». Altrimenti? «Se non cambieranno idea - e l’occasione ce l’hanno già al cda di Tem convocato per domani - potremmo anche decidere di togliere a Tem il suo ruolo di promotore dell’infrastruttura».
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