Il regista Paravidino presenta la sua «Malattia di famiglia»

C’è un padre burbero, stralunato e disarmante che soffre di depressione cronica. Ci sono due figlie, Marta e Maria, che hanno reagito in modi opposti alla scomparsa della madre. C’è un figlio apparentemente sconclusionato, ma in realtà intimamente lucido, che è il solo a poter fare a meno dell’onnipresente dottore (che più che un medico è un confessore). Ci sono infine i corteggiatori di Maria, Fabrizio e Fulvio, due ventenni come tanti di una provincia del nord. La malattia della famiglia M, lo spettacolo di Fausto Paravidino in scena al Litta sino a domenica, racconta di un nucleo familiare afflitto da disorientamento pernicioso: un morbo arduo da catalogare in termini clinici, ma incredibilmente diffuso nell’Italia dei nostri giorni. Autore e regista della pièce, Paravidino è stato l’enfant prodige del teatro italiano degli anni Novanta, poi l’interprete di alcuni film di successo come Texas (che ha anche diretto) e Signorina Effe di Wilma Labate. Oggi è soprattutto un drammaturgo abile nel rendere in modo funambolico un certo clima emotivo (non a caso nello spettacolo giocano un ruolo importante gli agenti atmosferici, resi tra l’altro alla perfezione), un prestigiatore scenico che sa materializzare sentimenti impercettibili, ma anche trasformare spunti drammatici in commedie lievi, appena un po’ screziate da qualche finale amaro.

Anche La malattia della famiglia M non si conclude con un happy end (ma a dire il vero neppure con un epilogo convincente): nello spettatore resta però una sensazione di imprecisata tenerezza, un sapore agrodolce in cui l’elemento aspro serve a far meglio percepire quello dolce. Fausto Paravidino presenterà al pubblico il suo spettacolo oggi alle 18.30 alle Biciclette, il locale di via Conca del Naviglio 10.

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