Renato Zero «nudo» alla mèta

NUOVA ETICHETTA Per il nuovo cd l’artista ha cambiato etichetta. Il successo però è stato lo stesso: 300mila copie vendute

Renato Zero «nudo» alla mèta

Gli abiti sfarzosi, i lustrini e le paillettes degli esordi sono stati messi da parte, ma il 2009 ci consegna un Renato Zero che non rinuncia ai suoi completini glamour, fatti da giacche lunghe e bombetta coordinate in nero, bianco, perfino in rosso squillante e grigio con minuscoli e sobri strass luccicanti. Con il suo «Zeronove tour» lo showman e cantautore romano approda da venerdì 13 al Palalottomatica per il primo blocco dei suoi attesissimi concerti capitolini. Quattro date a novembre con biglietti esauriti da tempo (13, 14, 16 e 17) e due aggiunte a grande richiesta il 21 e 22 dicembre, per un artista che, tra i pochi in Italia, riesce ad attrarre ai suoi live ben quattro generazioni di fan. «Quando ho iniziato a cantare non ero bravo e dovevo compensare con il movimento - spiega l’artista -. Ora sono un interprete migliore e non sono più costretto a fare le capriole sul palco». Zero regalerà 26 canzoni per oltre due ore di concerto diviso in tre parti. Una vera e propria festa di musica che avrà la sua escalation emozionale durante i centoventi minuti previsti. Partenza lenta e intensa con Zero da solo al piano, poi con la band, quindi il gran finale con un’orchestra (la Prato Ensemble diretta dal maestro Renato Serio).
Davvero un bell’investimento una schiera di musicisti così numerosa per un tour che è anche il primo di Zero del suo nuovo percorso discografico. Il cantante ha infatti abbandonato la sua casa discografica e si è affidato a una etichetta indipendente. Col suo album Presente il cantautore originario della Montagnola ha però raggiunto il suo obiettivo, vendendo quasi 300mila copie. Nello show niente spazio per classici molto amati dai suoi fan come Il carrozzone o Il cielo. Arrivano invece ben dodici brani dell’ultimo disco che sono la spina dorsale di uno spettacolo a tratti imponente grazie all’orchestra e alla poderosa band. La scenografia è minimale con grandi ventagli che durante il live si aprono mostrando l’orchestra e un fondale con altoparlanti a cono puramente decorativi. I celebri cambi di costume, molto attesi dai fan, sono ridotti al minimo. L’unica concessione è una tunica bianca quasi papale, per Il sole che non vedi dedicata alla fede. Alcune canzoni saranno sottolineate da filmati su uno schermo mobile: in Qualcuno mi renda l’anima del ’74 sarà proiettato il primo piano di un bambino di strada, mentre per Potrebbe essere Dio dell’80 è prevista la proiezione di un Cristo sofferente che si decompone durante l’esecuzione del pezzo.

Sul grande palco sormontato da scale argentee occupate dai musicisti Zero renderà omaggio alle vittime dell’alluvione di Messina, e poi scaverà nel suo repertorio proponendo pezzi storici come Inventi o Salvami del ’76, e ancora più in là al ’74 con una rara 113, dove sfoggerà un poncho sudamericano.
Gran finale e bis sono previsti invece sulle note immancabili per i «sorcini» de I migliori anni della nostra vita e dell’inedito Gli unici.

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