Rendite, in arrivo 4 miliardi La Cdl: stangata sul risparmio

L’aliquota sale al 20%, torna la tassa di successione Cgia Mestre: ogni anno al Fisco 6.665 euro a testa

da Roma

La nuova aliquota del 20% sulle rendite finanziarie, confermata da Vincenzo Visco, potrebbe portare fino a 4 miliardi di maggior gettito nelle casse dell’erario. Il viceministro delle Finanze non ha specificato se - come promesso in campagna elettorale - ci saranno delle esenzioni, per esempio sui piccoli investimenti in Bot e altri titoli pubblici. Se la nuova aliquota maggiorata rispetto all’attuale 12,50% si limiterà, invece, soltanto ai nuovi investimenti, il gettito sarà molto inferiore. «La chiamano armonizzazione delle rendite. Invece è una stangata sul risparmio», attacca Gianni Alemanno (An).
Rendite, aliquota al 20%. Dopo aver parlato a lungo di un’ipotesi di aliquota unica al 19%, il governo ha dunque preferito puntare sul 20%, con un aumento secco del 7,50% rispetto all’imposizione attuale del 12,50%. Diminuisce così di un punto in meno (dal 27% al 20, anzichè al 19) il risparmio sul prelievo a carico dei conti correnti bancari, attualmente al 27%. Se l’incremento dovesse colpire titoli vecchi e nuovi, si calcola che il fisco potrebbe incassare 4 miliardi di euro. Cifra che scenderà se il governo deciderà di esentare dall’aumento di aliquota, ad esempio, i piccoli investimenti in Bot; oppure se mantenesse una doppia aliquota su vecchie e nuove obbligazioni (con una evidente distorsione del mercato).
Affitti e successioni. Il 20% sembra una sorta di «numero magico» del governo: infatti, come conferma Romano Prodi, dovrebbe essere portato al 20% il prelievo sugli affitti (attualmente vengono tassati ad aliquota marginale, a seconda del reddito dei proprietari), e dovrebbe essere ridotta dal 23 al 20% l’aliquota sul primo scaglione di reddito delle persone fisiche (Ire). Ormai scontato il ripristino della tassa di successione, abolita dal governo Berlusconi. Si tratta di vedere quale sarà il limite di esenzione: Visco, nelle scorse settimane, aveva parlato di 450mila euro. Secondo il viceministro, in finanziaria «ci sarà una parte di cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori». Visco dice no, invece, a una differenziazione delle aliquote fra Nord e Sud.
Tasse per 6.665 euro l’anno. Secondo i calcoli della Cgia di Mestre, ogni italiano - neonati e centenari compresi - paga in media 6.665 euro l’anno di tasse contro i 5.877 euro di ogni cittadino tedesco e i 6.778 dei francesi. Lo Stato, in servizi sociali, trasferisce però 9.467 euro a ogni francese, 9.655 euro a ogni tedesco, e solo 7.047 euro a ogni italiano. «Non è giusto pagare più di altri, avendo in cambio servizi peggiori, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo», commenta il presidente degli artigiani mestrini Giuseppe Bortolussi.
Cdl: «Stangata sul risparmio». La cosiddetta armonizzazione delle tasse sulle rendite è, in realtà, «una stangata sul risparmio degli italiani». L’affermano l’ex viceministro dell’Economia Giuseppe Vegas (Fi) e altri esponenti del centrodestra. «Mi preoccupa che si parli solo di tagli, mentre Visco lavora in solitudine al suo pacchetto di musure fiscali. Che cosa - si chiede Vegas - sta bollendo in pentola»? Il viceministro in serata ha contestato le critiche mosse alla manovra dal centrodestra: «Gente come Tremonti in altri paesi sarebbe inseguita con i forconi». Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori liberali, osserva che l’aumento della tassazione «spingerà gli italiani a investire all’estero».

E Alemanno osserva che il salto di aliquota fra il 12,50 e il 20% è «troppo alto e troppo brusco, dunque molto pericoloso per il mercato finanziario». I sindacati, invece, sono favorevoli all’aumento della tassazione sul risparmio.

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